Cesena – La rigenerazione urbana, chiave di volta delle città ‘smart’ di domani, si declina sotto varie sfaccettature. A Cesena i progetti sul tavolo della politica – da innumerevoli anni – riguardano prima di tutto il comparto dell’ex Mercato Ortofrutticolo, che dovrebbe ospitare il nuovo Quartiere Novello. Per il momento tantissimi progetti accompagnati da persuasive dichiarazioni di intenti, e pochissimi fatti.
Resta però un’opera, fondamentalmente già ultimata, che si sviluppa a margine, nell’area realizzata sopra al tunnel della Secante e che dal retro della stazione ferroviaria si collega proprio al punto in questione.
L’idea era quella di realizzare un grande spazio verde a favore degli abitanti della zona Vigne, unendo lungo un percorso lineare, spazi dedicati al gioco dei più piccoli ad aree pensate per il divertimento dei ragazzi, impreziosite da attrezzi per praticare ginnastica e come punto nodale un campo da basket. Intorno, piante, cespugli e panchine. Ma non solo, purtroppo. Già, perché per anni quello spicchio di città potenzialmente molto accattivante, è finito vittima del suo cono d’ombra, legato alle cattive frequentazioni di chi aveva scelto quella zona e in particolare un vicino grande comparto dismesso – come luogo ricettacolo di attività da svolgere lontano dall’attenzione del resto della città.
Così il campetto ha perso frequentazioni, mentre aumentavano le passeggiate dentro e fuori da un reticolato divelto. Le segnalazioni e le richieste d’aiuto hanno cominciato a moltiplicarsi, da parte di chi frequentava l’attigua scuola elementare e l’altrettanto vicina parrocchia, ma non solo. Così si sono intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine, che hanno effettuato svariate perquisizioni e operazioni di sgombero degli occupanti abusivi. Che però poi prontamente tornavano a riappropriarsi degli stessi spazi.
La svolta è arrivata nel 2019, quando una nota azienda cittadina, la Cesenate, ha acquistato l’area del comparto dismesso, avviando fin da subito degli interventi che mettessero in sicurezza la zona, evitando ulteriori sconfinamenti abusivi. E i risultati hanno pagato, perché l’intensità degli allarmi è scesa, mentre sono tornate ad aumentare le frequentazioni di chi porta a passeggio il cane o si ferma a chiacchierare dopo il suono dell’ultima campanella.
Tutto risolto dunque? No, non ancora, ma la strada pare essere quella giusta. A dimostrazione di un aspetto che dovrebbe essere il faro di ogni intervento della città che cambia. Benissimo i progetti, il verde, lo sport e l’innovazione. Ma una città a misura d’uomo deve essere realizzata in strettissima sinergia con l’attore principale: l’uomo, appunto.