Forlì – “Forlì è isolata“. Tante volte questa constatazione veniva dalle cronache politiche. Altre dalla constatazione di una rete di strade – se escludiamo A14 e, in parte, la via Emilia – insufficiente. Qualcosa sta per cambiare? Sembrerebbe di sì, visto che negli ultimi anni si sono mossi sviluppi concreti su molti fronti: nord (la Ravegnana), sud (la Bidentina), ovest (la tangenziale) ed est (il collegamento Forlì-Cesena).
Ci sono già 7 milioni di euro, sufficienti a far partire i lavori dopo l’estate, per quella che ogni tanto qualcuno chiama ancora “via Emilia bis”. Ma il nuovo progetto – il collegamento veloce Forlì-Cesena – non ha nulla a che spartire col vecchio, che prevedeva una strada a pedaggio, praticamente un doppione dell’A14 con dei caselli intermedi tra i due capoluoghi. Invece, da via Mattei, a Villa Selva, ci si collegherà alla tangenziale di Forlimpopoli, poi via via verso il ‘lotto zero’ della secante di Cesena. I lotti sono 7, il costo dell’opera è di 72 milioni, comunque più leggero rispetto al faraonico progetto di quasi vent’anni fa.
Ci vorrà tempo, ma il sogno è quello di attraversare rapidamente gran parte della Romagna, da Villanova (con la tangenziale di Forlì) a Calisese (con la secante), con la possibilità di imboccare anche l’E45. Nel frattempo, sembra finalmente realtà la rotonda alla Panighina di Bertinoro, sulla via Emilia ‘storica’: se ne parlava da almeno vent’anni, ora ci sono 1,3 milioni di euro per finirla entro la fine del 2023. Addio allo storico semaforo. E anche alle code.
Entro il 2026, invece, si auspica che l’Anas progetti il quarto lotto della tangenziale, adottando il documento – costo stimato 28 milioni – redatto dal Comune di Forlì: si tratta di collegare, in questo caso, Villanova a San Varano. I lavori del terzo lotto partiranno invece già entro fine anno: da San Martino in Strada si arriverà a San Varano, toccando anche le zone di Vecchiazzano e dell’ospedale. Portando l’asfalto fino a Villanova si chiuderebbe letteralmente il cerchio. Cosa cambierebbe? Chi scende dalle vallate potrebbe arrivare in A14 senza mettere le ruote in città, con l’auspicabile riduzione di traffico sulla viabilità ordinaria.
Siamo dunque alla svolta su ipotesi che circolavano da decenni. E questo, in qualche modo, vale anche per la Ravegnana. Anche se sono stati scartati gli interventi più radicali: niente collegamento con l’E45, ma sono già stati investiti 9 milioni per un progetto che dovrebbe vedere la luce entro l’estate e che snellirà i collegamenti con Ravenna. Come? Nuovo ingresso da Pieveacquedotto e varianti per evitare l’attraversamento di Coccolia e Ghibullo. La Regione Emilia-Romagna ha garantito il proprio impegno su tutti questi progetti.
C’è spazio, a questo punto, anche per una nuova Cervese? Solo – ha chiarito la Provincia – per lavori ordinari e manutenzioni. La novità più rilevante – l’ha anticipato il sindaco di Cervia Massimo Medri – dovrebbe emergere ormai arrivati al mare, qualora prenda corpo l’ipotesi di un nuovo tracciato che eviti l’area delle saline.
Resta un punto cardinale da esplorare, in questo viaggio nella viabilità del futuro: sud, in direzione Meldola o Santa Sofia. Recentemente il consigliere provinciale Daniele Valbonesi ha definito la Sp4 (la Bidentina) “la strada più trafficata del Forlivese”. E, grazie ai nuovi fondi, promette subito i lavori sul ponte di San Colombano. Per mettere mano poi al tratto da Cusercoli a Civitella, dove c’è la cosiddetta ‘Tombina’: costo stimato 10 milioni. Entro l’estate, la Provincia dovrebbe progettare la messa in sicurezza complessiva, che riguarderebbe anche il tratto tra Galeata e Santa Sofia. È già la viabilità del futuro.