Forlì – L’edificio è già pronto (da poco più di un mese) e per la verità è un’eredità del passato. Ma ciò che oggi non sappiamo è quale sarà il suo impatto: uno spicchio di città del futuro è già oggi visibile in via Maceri, una stretta via del centro storico dove all’improvviso si staglia l’ex Universal. Ribattezzata ‘Casa Universaal’: allungandone il nome, è come se si scrivessero nuovi capitoli di una storia.
Da fabbrica dei celebri ‘tendicollo’ – triangoli di plastica per aggiustare i colletti delle camicie, nonché sponsor di una leggendaria corsa ciclistica – a sede della circoscrizione 1, quella del centro storico, quell’edificio è stato simbolo e muto testimone di un passato che non esiste più. E non solo perché i vecchi muri sono stati demoliti nel 2020: già da prima erano morte le fonti di ispirazione che l’avevano lasciato lì, vuoto, in pieno centro. Tanto che fu anche lungamente occupato dagli anarchici, prima che la storia prendesse un altro corso. Verso il futuro.
L’idea che ha cambiato la sorte dell’ex Universal è quella di farne la casa di giovani coppie a canoni mensili calmierati, dai 320 ai 440 euro. Non sono case popolari, anche se si accederà tramite un bando. In ogni caso, siamo dentro un edificio hi-tech: classe energetica A, utilizzo di pannelli fotovoltaici sui tetti. La vera posta in palio, comunque, non è mai stata quella di costruire quei 53 nuovi appartamenti. E nemmeno di riempirli.
Ma di vedere cosa succederà in uno spicchio di centro storico – a metà tra una via Giorgio Regnoli in gran parte rivitalizzata e un corso Mazzini in sofferenza – quando una serie di nuove famiglie residenti cominceranno a uscire da quegli appartamenti. Dove andranno a fare la spesa, cosa compreranno? E quali luoghi sceglieranno per una cena fuori? E quale sarà la loro meta preferita per una passeggiata? Dalle risposte dipenderanno le strategie pubbliche e private del centro nei prossimi anni.
Da anni si dice che il futuro del centro passi dalla nuova residenzialità e dalla possibilità di ristrutturare vecchi spazi, in maniera da assicurare alle attività commerciali un flusso di nuova clientela: fissa, stabile, non solo in occasione di eventi. E, grazie ai residenti, di strappare alcune zone all’incuria e al degrado. L’esempio concreto è proprio l’ex Universal: un immobile rimasto vuoto, privo di qualunque vocazione in un’area certamente non di pregio, può essere il cuore pulsante da cui prendono vita due borghi (San Pietro e Cotogni), per non parlare di una piazza Saffi che dista davvero pochi minuti a piedi.
Le istituzioni sembrano aver colto la portata della sfida: “È un tassello per riportare vitalità in centro storico”, ha detto il sindaco Gian Luca Zattini nel giorno dell’inaugurazione; “Il nostro impegno sulla residenzialità a spese contenute non si esaurisce qui”, ha aggiunto il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi Maurizio Gardini. Per il centro è la grande sfida del futuro.