Modena – La visita dell’avvocato componente del collegio dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha acceso su Modena, almeno per una giornata, i riflettori degli operatori e degli appassionati di dati. L’obiettivo del think tank (gruppo di analisi) modenese Dialoghi è di offrire format e studi e analisi all’amministrazione comunale per fare di Modena una città sempre più smart e sempre più sicura in materia di data protection.
Lo scorso maggio Guido Scorza è stato a Modena ospite proprio di Dialoghi per una lezione presso l’aula magna del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia dal titolo ’Il vero prezzo dei dati’.
«I dati personali, la nostra identità o, come spesso si dice sinteticamente, la nostra privacy hanno ormai acquisito un rilievo centrale nella nostra vita, eppure ci preoccupiamo poco di quanto valgono, di proteggerli e di controllarne la circolazione. Specie i più giovani fanno sempre più fatica a tracciare una linea di confine tra pubblico, privato e segreto e a decidere consapevolmente cosa condividere con il mondo attraverso i social network, cosa condividere solo con pochi amici e in famiglia e cosa tenere esclusivamente per loro».
Così Scorza agli studenti Unimore. «Il diritto alla privacy più complicato è il diritto all’identità personale – continua Scorza – che racchiude l’integrità della nostra persona. Non stiamo vivendo nella società dei dati, ma nella società dell’’accetta e continua’, l’azione che gli utenti della dimensione digitale compiono con più frequenza. Ma internet è gratis? Paghiamo servizi con dati personali dei quali nella maggior parte dei casi non conosciamo il valore quindi li svendiamo»; ha concluso Scorza parlando ad una platea di studenti, professionisti e comunicatori.
La visita di Scorza a Modena è un ulteriore segnale per una città che vuole essere sempre più smart e sempre più attenta ai dati ed alle regole che ne normano il trattamento. La discussione si è allargata con Simone Scagliarini e Ginaluigi Fioriglio di Unimore, Luca Chiantore, responsabile del settore Smart City del Comune di Modena e Vittorio Colomba, avvocato, Dpo di Unimore.
«Il potere sul dato si sta spostando sempre di più dalle piattaforme ai device. Chi controlla i device ha un potere enorme. Che cosa stanno facendo l’Europa, l’Italia ed anche il Comune di Modena per gestire la fetta di dati pubblici? – si chiede Chiantore – Nella pubblica amministrazione accanto al cittadino fisico ci sarà sempre di più il cittadino digitale, stiamo cercando di costruire un’infrastruttura con dei cloud della Pa: in Emilia-Romagna ci sono 4 data center regionali, il Comune di Modena metterà i dati lì e non in altri contesti. Dobbiamo essere consapevoli che le nostre strade, i nostri parchi, i nostri centri storici producono una quantità di dati immensa che restituiscono informazioni, sia per l’ente pubblico che per i cittadini, ma che ha anche elementi di rischio che vanno trattati con la massima attenzione altrimenti la smart city rischia di essere un grande fratello», ha concluso.