Reggio Emilia – Ci sono diversi modi per definire una città ’intelligente’. Alcuni, i primi che balzano alla mente a dirla tutta, percorrono la strada della tecnologia, dell’automazione; seguono la scia della velocità e dell’efficienza. Esistono però anche altri modi, più lenti e meno artificiali, di volgersi al futuro con uno sguardo accorto: questi seguono un percorso focalizzato sulla tutela dell’ambiente e del pianeta.
Sono cambiamenti lenti, persistenti, una goccia alla volta, e possono contare su piccole attività che hanno fatto del ’green’ la loro etica e missione a tutto tondo. Sono poche, ma ci sono: a Reggio Emilia, per esempio, è nato lo shop online ’Sogni Risplendono’ di Sara Rezzolla e il punto vendita ’AlterECO’, di Emma Piccinini – quest’ultima in collaborazione anche con l’azienda ’Podere Agricolo Zia Anna’ di Chiara Bonazzi.
Sara ha 37 anni ed è nata a Milano, ma è reggiana – come si suol dire – d’adozione. Si è laureata in scienze naturali e specializzata in gestione dell’ambiente e del territorio: «La tutela dell’ambiente fa parte della mia vita da sempre – racconta –. È un’attenzione che mi è stata trasmessa dai miei genitori, ci sono letteralmente cresciuta in mezzo». La svolta con lo shop ’Sogni Risplendono’ è arrivata nel 2019: «Una pazzia – ammette – che mi ha cambiato completamente la vita».
Piano piano, dal mettere in commercio solo i propri prodotti, è passata anche alla rivendita. L’offerta varia tra articoli per la cura della persona e accessori, per la casa ma non solo, con un solo unico scopo: eliminare le consumistiche abitudini ’usa-e-getta’ e l’annesso abuso di materiali di plastica. «Devo dire che anche tramite i social sono riuscita a crearmi un piccolo seguito – racconta –. Magari i clienti nuovi arrivano sul mio shop perché hanno a loro volta ricevuto un mio articolo in regalo, e partono con l’acquisto di un singolo prodotto».
Un passo alla volta, appunto: «Io non vendo e basta – spiega Sara – cerco anche di fare divulgazione di queste tematiche, ma senza estremismi». «Tante persone – aggiunge – sono ancora all’oscuro di certe problematiche: proporre un cambiamento forte e improvviso, vorrebbe dire allontanarle. È un po’ come smettere di fumare, non puoi pensare di riuscirci dall’oggi al domani. Tanti prodotti sembrano difficili da usare quando in realtà è solo questione di abitudine, ma se vedo un cliente in dubbio o ’bloccato’, sono io la prima a consigliare di fare un passo indietro».
Emma ha 26 anni e da pochi mesi il suo negozio ’AlterECO’ ha aperto al pubblico in viale Regina Elena a Reggio, sua città natale. Prima laurea in scienze naturali e poi la magistrale in ecologia ed etologia per la conservazione della natura: anche in questo caso «è un tema che mi porto dietro da tanto tempo – racconta –. Sono anche vegana da ormai otto anni e questo mi ha messo di fronte al fatto che nella mia città fossero davvero pochi i posti in cui poter andare a mangiare o a fare spesa». Con la convinzione, poi confermata, di non essere l’unica a trovarsi in questa situazione, a gennaio 2022 ha aperto il suo negozio. «Anche con un po’ di incoscienza, devo dire, ma d’altra parte sono giovane e mi sono detta: adesso o mai più».
La risposta del pubblico è stata in realtà sorprendente: «Mi sono stupita – ammette – perché non immaginavo che ci fossero a Reggio così tante persone interessate a un tipo di spesa al 100% sostenibile». La logica persegue sempre l’obiettivo di eliminare la plastica e l’usa-e-getta, ecco perché nel negozio si possono acquistare anche prodotti (per esempio i detersivi) sfusi. Serve solo portare il proprio contenitore e riempirlo. «Mi rendo conto – dice Emma – che sia un’organizzazione particolare, anche in casa, a cui magari non si è abituati».
A proposito di spesa per tutti i giorni e di come rendere più agevoli i nuovi usi e costumi, questa realtà ha deciso poi di collaborare con l’azienda ’Podere Zia Anna’ (Cadelbosco di Sopra), che ogni settimana, su ordinazione, consegna ad AlterECO alcune cassette di frutta e verdura da coltivazione biodinamica. «È una tipologia di coltivazione del tutto naturale – spiega la titolare dell’azienda, Chiara Bonazzi (30 anni) –. Non si usa nessun prodotto chimico ma solo erbe o macerati che si possono produrre tranquillamente anche in casa. Dall’agricoltura biodinamica non arriveranno mai delle mele tutte identiche e perfette, in quantità industriale: saranno meno, ma sane e con un sapore autentico».
Dall’apertura di quattro anni fa si è specializzata in diverse colture, nel rispetto massimo della stagionalità. «Mi piacerebbe – conclude – che la gente si rendesse conto del fatto che un cambiamento non solo può, ma deve esserci, e può partire da noi singoli cittadini. Basterebbe avere più rispetto, per noi e per l’ambiente, senza pensare al bene del singolo ma a quello della collettività». «Consapevolezza»: è univoca anche la risposta di Sara Rezzolla ed Emma Piccinini, su quale evoluzione vorrebbero vedere in futuro.
«Sarebbe già bellissimo – dicono – se tutti cambiassero una cosa, anche piccola, della loro quotidianità». «Ogni piccola azione conta – dice Emma –. Pensare che il cambiamento debba arrivare così, tutto e subito altrimenti non è ecologico, è del tutto sbagliato». «Sento tanti clienti dire che il ’green’ adesso ’va di moda’ – precisa Sara –. Vorrei si riuscisse ad eliminare anche questa mentalità: la tutela dell’ambiente non può e non deve essere una questione di tendenze. Se ci si riflette, a volte sono delle banalità, come passare dai fazzoletti di carta a quelli di stoffa. Senza pensare al futuro come qualcosa di lontanissimo da noi: la realtà è che davvero non c’è più tempo».