Rimini – Il lampione non sarà più semplice illuminazione sulle strade cittadine. A Rimini le luci sulle vie diventeranno delle vere e proprie sentinelle digitali. Questo grazie a un progetto che il Comune andrà a realizzare con Hera luce srl. A parlarne è l’assessore ai Lavori pubblici Mattia Morolli. Assessore, il nuovo sistema di illuminazione pubblica andrà al di là della semplice luce stradale.
Dove arriverete?
«Come giunta abbiamo da poco dato il via libera a un nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica presentato da Hera Luce srl che ci permetterà di innovare e rendere sempre più moderno ed evoluto il nostro sistema. Faremo passi avanti importantissimi sul fronte del risparmio energetico, grazie all’impiego di tecnologie avanzate: dati alla mano, con le nuove illuminazioni, potremo contare su una riduzione di ben 8,6 milioni di Kwh, ovvero una riduzione di oltre il 60% degli attuali consumi».
Di che costi parliamo?
«La durata della concessione sarà di 25 anni con un canone annuo di 4 milioni e 75mila euro. Una cifra perfettamente in linea con i numeri con cui abbiamo avuto a che fare fino ad oggi. Siamo di fronte dunque anche a un utilizzo oculato delle risorse. Considerando anche l’aumento generalizzato dei prezzi delle materie prime, mantenere un canone allineato con quello degli scorsi anni è un aspetto tutt’altro che marginale. Stessi soldi, per un progetto migliorativo, pionieristico e che fa della sostenibilità energetica il suo ‘faro’».
Cosa otterranno i cittadini oltre al risparmio energetico?
«Le direttrici lungo le quali ci muoviamo sono sostanzialmente tre: più attenzione ambientale, più sicurezza e più servizi legati al concetto di smart city. Uno dei punti sul quale abbiamo deciso di puntare riguarda la capillarità dei servizi, aspetto che ci permetterà di andare a coprire tutti i luoghi della città, soprattutto quelli più ‘periferici’ e sensibili: parchi, monumenti, passaggi pedonali e così via, con conseguenti implicazioni sul fronte della sicurezza urbana e stradale, nonché sul lato del decoro. Avremo un’illuminazione ampia, diffusa, all’avanguardia. Il tutto, senza mai eccedere un tetto massimo di consumo e disperdere inutili Kwh nell’aria. Ci sarà un punto luce ogni cinque riminesi».
In che modo l’idea di smart city si collega al progetto di illuminazione?
«Il progetto comprende innovazioni che vanno dal telecontrollo dei punti luce (per le zone di particolare interesse comunale e turistico) all’ampliamento del sistema di videosorveglianza e lettura targhe, dall’installazione di proiettori per l’illuminazione architetturale di valorizzazione monumenti ai sensori per analisi del traffico, passando per l’installazione di dispositivi per il controllo dei parametri ambientali alla realizzazione di sistemi di alert per l’allagamento dei sottopassi: un insieme di elementi che andranno a definire un uso differente e lungimirante dei tradizionali impianti fissi piantati sul territorio, che diventeranno dei veri e propri alleati in termini di sicurezza, dei medium capaci di monitorare il flusso di persone in città. Il lampione non sarà più una struttura rigida, statica, ma un elemento altamente tecnologico, in grado di comunicare ‘in diretta’ quello che succede e di erogare dei servizi indispensabili per la collettività. È anche da qui che si misura la contemporaneità di una città come Rimini, flessibile e motore di nuove tendenze».