Imola – Una pista ciclabile realizzata con materiale 100% riciclato in una delle zone più verdi della città, mentre in un altro quartiere è stata sperimentata una asfaltatrice elettrica super-silenziosa che potrebbe essere impiegata in maniera stabile per i cantieri del futuro.
Imola è (anche) un laboratorio per soluzioni innovative dedicate al tema della mobilità sostenibile intesa non solo come riduzione dei mezzi inquinanti usati per gli spostamenti, ma anche come attenzione alle modalità attraverso le quali vengono realizzati i lavori stradali.
Poche settimane fa, per esempio, in uno dei viali alberati più belli della città, due tratti di pista ciclabile per un totale di quasi 150 metri di lunghezza sono stati realizzati sfruttando il 100% della vecchia pavimentazione. Asfalto riciclato, in pratica, recuperato grazie a una tecnologia moderna e sostenibile, che promette un risparmio dei costi.
La novità arriva da Iterchimica, azienda lombarda leader nell’applicazione dei principi di economia circolare nel settore degli asfalti. L’intervento è stato messo a punto in collaborazione con il Comune di Imola, l’Università di Bologna, e le società Area Blu, Cti e Simex.
Iterlene, questo il nome dell’innovativa tecnologia, consente di ottenere numerosi benefici dal punto di vista ambientale. Rispetto a una pavimentazione realizzata con metodologia tradizionale, infatti, si risparmia il 100% di materie di primo utilizzo (non c’è nessuna aggiunta di bitume o di aggregati da cave quali ghiaia, ciottoli e sabbia). Inoltre, vengono abbattuti del 65% le emissioni di CO2 equivalente e i relativi consumi energetici.
Si produce asfalto (ciclabili, ma anche manutenzione stradale) partendo dal 100% del materiale riciclato senza aggiunta di bitume o aggregati di primo utilizzo, a temperatura ambiente anziché alle elevate temperature (circa 160-180°C).
I benefici? Un notevole risparmio energetico, una sostanziale riduzione delle emissioni atmosferiche e odorigene, un miglioramento delle condizioni di lavoro per gli addetti alla produzione e alla posa in opera e un minore impatto per i residenti delle zone limitrofe al cantiere.
Inoltre, l’impiego della tecnologia consente la riduzione del numero dei mezzi utilizzati per i trasporti, perché le materie prime non devono viaggiare (il bitume dalla raffineria e gli inerti dalle cave).
“Il Comune crede fortemente nella collaborazione con enti di ricerca e Università per fare della ricerca applicata il motore dell’innovazione all’interno delle proprie azioni – sottolineano il sindaco Marco Panieri e l’assessora comunale all’ambiente, Elisa Spada –. Apprezziamo il fatto che la sperimentazione preveda di rigenerare la pavimentazione già presente in loco, evitando quindi spostamenti di materiali e mezzi da e verso l’area di cantiere, riducendo così fortemente l’impatto di CO2 prodotta dagli stessi”.
Qualche mese fa, sempre a Imola, è stata inoltre testata la prima asfaltatrice italiana tutta elettrica, nata dalla lungimirante partnership tra la Cm Srl di Conselice (Ravenna) e l’autoctona Tazzari Spa. Si tratta per il momento di una macchina di piccole dimensioni per la pavimentazione di marciapiedi, piste ciclabili, zone pedonali e strade a carreggiata ridotta.
Il test è andato però molto bene, al punto che le due società romagnole sono già al lavoro per presentare un secondo modello eco, questa volta ‘cingolato’. Competenze locali a disposizione di chiunque dimostri sensibilità e una concreta attenzione a comportamenti ‘green’, per un futuro all’insegna della sostenibilità ambientale propria di una città intelligente.