Imola – Dici Imola e pensi all’Autodromo. E dunque ai motori. Ma la città in riva al fiume Santerno è da tempo impegnata, assieme al suo circondario, a puntare forte sulla bici. Qui sella e pedali sono visti sia come mezzo di trasporto per una mobilità sostenibile che come strumento di sviluppo per il turismo (inaugurata domenica scorsa una ciclovia di 44 chilometri da Mordano a Castel del Rio) anche attraverso la creazione di eventi ad hoc.
Il punto di partenza sono le infrastrutture. Imola può contare oggi su una rete di 90 km di piste ciclabili, che saranno presto arricchiti sia dai percorsi previsti nell’area industriale – azione fondamentale per promuovere gli spostamenti casa-lavoro – che da quelli di collegamento con le frazioni. In tutto sono previsti circa 10 km in più.
Fondamentale, per chi arriva da fuori città, anche la presenza di bici pubbliche. Oggi se contano oltre 300: un terzo del parco mezzi, quello più datato, va preso e riconsegnato in una delle 18 postazioni fisse a ridosso del centro storico, utilizzando una chiave simile a quella di casa. Non si paga nulla, se non una cauzione da 10 euro.
Poi ci sono i 45 mezzi (17 dei quali elettrici) del progetto regionale ‘Mi muovo in bici’ utilizzabili via card a pagamento tanto a Imola quanto in altre undici città emiliano romagnole. Infine, ecco le 150 bici ‘a flusso libero’ del progetto ‘Bike to work’, sbarcato nei mesi scorsi anche in città grazie a RideMovi (e a un cospicuo finanziamento della Regione) sbloccabili tramite app per smartphone. In futuro, l’idea è invece quella di potenziare la dotazione di bici a pedalata assistita.
E siccome le buone abitudini si imparano fin da piccoli, a Imola è partito quest’anno un progetto pilota di bicibus per promuovere la mobilità ciclistica nei collegamenti casa-scuola. Il progetto ha funzionato molto bene ed è stato accolto con grande entusiasmo da studenti e insegnanti.
Fin qui la mobilità sostenibile all’interno del centro urbano. Ma nella città dell’Autodromo – dove i ciclisti possono contare su aperture a loro dedicate durante tutto l’anno – è inevitabile coinvolgere anche la struttura intitolata a Enzo e Dino Ferrari.
Qui nel 2020 si sono corsi i Mondiali di ciclismo con partenza e arrivo appunto dal circuito. E soltanto sabato scorso oltre mille persone hanno partecipato al ‘Suzuki bike day’, evento benefico su due ruote che ha ripercorso proprio quel tracciato iridato (diventato nel frattempo stabile, con indicazioni e cartellonistica varia) tra le colline imolesi e quelle di Riolo Terme, sul versante Ravennate.
Il giorno dopo quell’appuntamento, l’attesa inaugurazione della Ciclovia del Santerno che attraversa Mordano, Imola, Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Fontanelice e Castel del Rio.
Quarantaquattro chilometri di alto valore paesaggistico, attraverso ambienti fluviali, zone agricole di pregio, il Parco Regionale della Vena del Gesso candidato a Patrimonio Unesco, per finire in castagneti secolari.
“La Ciclovia del Santerno è una grande opportunità di sviluppo del turismo sostenibile sul nostro territorio – affermano Marco Panieri, sindaco di Imola e presidente del Circondario, ed Elisa Spada, assessore comunale all’Ambiente e alla Mobilità sostenibile –. Un’infrastruttura dolce che permette di cogliere le ricchezze paesaggistiche ed enogastronomiche dei territori che attraversa, dando nuove prospettive anche ai comuni montani. La Ciclovia ha rafforzato la capacità delle nostre comunità di lavorare insieme, mettendo a sistema importanti poli di interesse a livello internazionale, dall’Autodromo, al parco regionale della Vena del Gesso in connessione con la rete ciclistica, sentieristica e ferroviaria che proprio a Imola trova il collegamento per la ciclovia”.