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Home > Emilia Romagna > Ausl Romagna, le nuove frontiere “smart” sono nella sanità

Ausl Romagna, le nuove frontiere “smart” sono nella sanità

Dal fascicolo elettronico alle ricette caricate automaticamente sulle anagrafiche dei pazienti, tutto punta alla semplificazione

Luca Ravaglia
30 Giugno 2022

Cesena – Una pandemia si può affrontare in maniera smart? La risposta dipende dal come viene declinata la traduzione, perché prima di tutto serve rispetto per chi ha combattuto, o sta combattendo, contro un virus che ha mostrato il suo lato peggiore a spese delle milioni di persone nel pianeta che ora non ci sono più.

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Serve rispetto per chi il covid non lo ha superato e per chi ogni giorno, indossando un camice, cerca di metterlo sempre più all’angolo. Detto questo sì, nel ventunesimo secolo una pandemia può essere affrontata – e magari sconfitta – in maniera intelligente. Lo dimostra l’evoluzione del nostro sistema sanitario – e nel caso specifico dell’Ausl Romagna – nell’affrontare una situazione per tantissimi versi inedita.

Dal 2020 a oggi molti approcci terapeutici sono cambiati e con essi è stato modificato anche il modo di proporne l’accesso agli utenti, inizialmente col semplice scopo di mantenere il maggiore distanziamento possibile tra le persone per evitare la diffusione esponenziale dei contagi, poi con l’auspicio di rendere il più accessibile possibile l’erogazione di servizi di crescente importanza, riducendo l’impatto sulla vita quotidiana.

L’abc è rappresentato dal fascicolo sanitario elettronico, accessibile con un paio di clic a patto di disporre delle ormai arcinote credenziali Spid, fino al 2019 largamente sottovalutate dalla popolazione e ora invece entrate a far parte della vita di tutti i giorni. Compresa quella sanitaria. Dunque attraverso il fascicolo elettronico i cesenati hanno iniziato a prenotare le somministrazioni di vaccini anti covid, ma anche qualunque altro tipo di visita o prestazione medica.

Il passo successivo riguarda le ricette compilate dal proprio curante di medicina generale: addio (o quasi) ai passaggi davanti alla buchetta dell’ambulatorio e alle telefonate compulsive alle segreterie: ora le disposizioni sanitarie confluiscono direttamente all’interno del codice fiscale di ognuno e con quello alla mano è sufficiente presentarsi in farmacia. Dove peraltro si possono anche prenotare consulti di ogni genere.

Dunque così si possono evitare le interminabili file al cup, o anche alle casse dove venivano saldati i conti con l’azienda sanitaria: ora per farlo basta deviare il mouse su un’altra pagina virtuale, quella di ‘PagoPa’: da casa, a qualunque ora del giorno e della notte, con una carta di credito a disposizione, si guadagna tempo prezioso che fino a prima doveva essere forzatamente tolto alle ore più piene della giornata.

Gli utenti hanno apprezzato le nuove opzioni sul tavolo che ormai – pandemia a parte – sono diventate assodate e promettono di restare a farci compagnia anche in futuro, quando il definitivo ritorno alla normalità lascerà comunque in dote un più vantaggioso utilizzo di tempo e risorse, comprese quelle in ambito sanitario.

Fermo restando il fatto che, parlando della salute – e dunque della vita – delle persone, il vero cambio di passo nella direzione ‘smart’ deve riguardare la facilità di accedere non tanto (e comunque non solo) a una prenotazione online, quanto piuttosto alla cura necessaria, alla quale l’utente deve riuscire ad accedere nel minor tempo possibile.

Il nodo è dunque quello di superare le liste d’attesa, che a volte si protraggono da un anno all’altro e che di smart non hanno proprio nulla. Su questo le nuove tecnologie possono aiutare, a braccetto coi progressi della scienza, che sta progressivamente accendendo fiamme di speranze fino a poco tempo fa impensabili, ma da sole non bastano.

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