Bologna – Bologna partecipa alla terza edizione di Reinventing Cities, concorso globale di architettura e design urbano. L’obiettivo del concorso è cambiare il modo in cui le città sono progettate e costruite, attraverso progetti che – in risposta all’emergenza climatica, economica e sociale – garantiscano efficienza energetica e costruzioni a basse emissioni, con una forte attenzione sull’inclusione sociale.
Una delle aree individuate dal Comune per cui potrà essere presentato un progetto è quella del Ravone-Prati, fra le vie Burgatti, del Chiù e della Volta. Una zona che fa parte di un percorso di rigenerazione grazie a un accordo sottoscritto con il Gruppo Fs.
Lo sviluppo dell’area prevede l’insediamento massimo di 46 mila metri quadrati di superficie lorda – su un totale di circa 93.800 mq: 24.400 a nord della ferrovia e 69.400 a sud – con un mix funzionale di uso direzionale, commerciale, residenziale (di cui almeno 30% Ers, edilizia residenziale sociale).
La riqualificazione si inserisce nel progetto ‘Città della Conoscenza’, che promuove la connessione dei principali poli di ricerca e di innovazione con le aree in trasformazione. Secondo il Comune, “lo sviluppo e la rigenerazione del quadrante nord-ovest della città potrà svolgere un ruolo di volano e acceleratore per l’attrattività e la trasformazione più complessiva di Bologna”, favorendo sinergie tra ambiti di sviluppo e interventi di valorizzazione del patrimonio scientifico,industriale e culturale della città.
A nord prosegue infatti la realizzazione delle nuove sedi della Scuola di Ingegneria dell’Università e lo sviluppo del piano Bertalia-Lazzaretto, mentre a sud sono in corso diverse iniziative come la rigenerazione della ex Sabiem e la rinaturalizzazione delle ex aree militari di Prati di Caprara.
Nell’area interessata dal progetto di riqualificazione potranno essere integrate funzioni direzionali anche sviluppate in forma di usi temporanei (servizi, attività di coworking, spazi per lo sviluppo di industrie culturali e creative e, legati al benessere e
all’industria 4.0 come attività di ricerca bio-tech,wellbeing, life-science, manufacturing). Si possono inoltre includere funzioni commerciali, ricettive e residenziali (private o collettive).
Usi temporanei preferibilmente, ma non esclusivamente, orientati a offrire nuovi servizi culturali, ricreativi, di promozione del lavoro o sociali. “Questo – spiega Palazzo d’Accursio – costituisce uno dei modi più interessanti per creare originali forme di urbanità in grado di intercettare le richieste di spazi nuovi, informali, poco strutturati e aperti alla trasformazione nel tempo”.