Bologna partecipa alla terza edizione di Reinventing Cities, concorso internazionale finalizzato alla rigenerazione urbana di siti sottoutilizzati o abbandonati. Alle 12 città protagoniste dell’edizione 2022 – invitate dalla rete C40 Cities Climate Leadership Group, che coinvolge oltre 90 grandi centri urbani nel mondo, impegnati sul fronte della crisi climatica attraverso un Global Green New Deal – si chiede di sviluppare progetti attenti all’ambiente e adatti alle esigenze delle comunità locali, per uno sviluppo urbano sostenibile ed equo. Progetti che garantiscano efficienza energetica e costruzioni a basse emissioni, con una forte enfasi sull’inclusione sociale.
Il Comune ha selezionato due aree con cui partecipare al bando. L’ambito Fs Ravone-Prati, tra le vie Burgatti, del Chiù e della Volta; e il Quadrilatero, edificio di proprietà dell’Asp localizzato tra le vie del Porto, don Minzoni e Fratelli Rosselli. Due aree che ben rappresentano le sfide per il futuro della città: rigenerazione di aree dismesse e recupero dell’edilizia storica
Ravone-Prati. L’area fa parte di un percorso di rigenerazione grazie a un accordo sottoscritto tra il Comune e il Gruppo Fs. Le proposte dovranno tener conto della presenza della nuova stazione dell’Sfm di Prati di Caprara. Lo sviluppo dell’area prevede l’insediamento massimo di 46mila mq di superficie lorda, su un’area di circa 93.800 mq, con un mix funzionale di direzionale, commerciale, residenziale (di cui almeno 30% edilizia residenziale sociale).
La riqualificazione dell’area si inserisce inoltre nel progetto ‘Città della Conoscenza’, che promuove la connessione dei principali poli di ricerca e di innovazione con le aree in trasformazione.
Il Quadrilatero. Il cosiddetto Palazzo Aiuto Materno è un edificio storico dismesso di proprietà pubblica, in un’area in forte trasformazione legata alla presenza di un polo culturale realizzato negli ultimi anni grazie alla presenza di Unibo, MAMbo e Cineteca.
Anche questo edificio fa parte del progetto ‘Città della Conoscenza’. Si compone di 5 piani fuori terra oltre a interrato e sottotetto, per circa 10.800 mq di superficie lorda. Il progetto è finalizzato a innescare forme di abitazione collaborativa in particolare fra studenti universitari e ricercatori artisti in residenza. Si prevede un’articolazione degli spazi domestici e comuni, che potranno essere flessibili nel tempo (coworking, sale studio, fab lab).