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Home > Lombardia > Il caso della “comunità energetica rinnovabile” a Rudiano

Il caso della “comunità energetica rinnovabile” a Rudiano

Rudiano, nella bassa Bresciana, ha ideato un modello virtuoso destinato a fare scuola nel settore

Federica Pacella
14 Maggio 2022

Rudiano (Bergamo) – Una comunità che produce l’energia e la consuma all’istante, ripartendo i benefici economici tra gli aderenti. È già un caso, osservato in Regione e a livello nazionale, la Comunità energetica rinnovabile di Rudiano, comune della bassa bresciana da poco meno di 6mila abitanti, che ha ideato un vero e proprio modello, destinato a fare scuola.

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«Esistono altre comunità energetiche – spiega il sindaco Alfredo Bonetti – una ventina in tutto in Italia, ma sono piccole, da 20-60 kw. Noi parliamo invece di raggiungere una potenza di 3-5 megawatt mettendo qualche migliaia di metri quadri di pannelli fotovoltaici su superfici pubbliche, scuole, palestre, campi sportivi, tetti di depositi e edifici produttivi».

Perché una comunità energetica funzioni, però, non è sufficiente installare impianti di produzione di energia pulita. «Il ‘segreto’ è la capacità di mantenere l’equilibrio tra produzione e consumo istantaneo», sottolinea Bonetti. Questo, di solito, non avviene quando è un singolo a utilizzare i propri pannelli solari, perché l’energia, soprattutto quella solare, viene prodotta in orario diurno, mentre i consumi domestici si concentrano soprattutto in orario notturno; di fatto, quanto prodotto con i pannelli solari finisce per lo più nella rete elettrica, mentre per soddisfare il fabbisogno si è costretti ad acquistare energia dal gestore della rete, ‘perdendo’ il beneficio dei contributi Gse.

Coinvolgere l’intera comunità, in particolare fabbriche energivore o ad alto potenziale di kw installati come sta facendo Rudiano, permette invece di trovare un equilibrio, perché i chilowattora non consumati dai proprietari degli impianti possono essere usati dagli altri aderenti alla comunità, consentendo di redistribuire gli incentivi Gse, con risparmi in bolletta (si stima fino al 40%). Il ‘club’ energetico dovrebbe essere operativo già per la fine dell’anno.

Sono già una ventina i privati che hanno aderito al ‘club’ energetico, di cui una decina di aziende, che hanno trovato nella comunità energetica un’opportunità per ridurre il costo in bolletta. In attesa del nuovo decreto sui nuovi finanziamenti incentivanti, è stato elaborato il regolamento interno alla comunità, che definisce il funzionamento della Cer e di ripartizione dei benefici, con il coinvolgimento anche di famiglie fragili. Con l’autoconsumo si potrà raggiungere anche l’autosufficienza?

«Totale no – risponde Bonetti – ma ci sarà un grande abbattimento: con 5 mwh, potremo contare almeno sul 50% di produzione interna». Il progetto è già in fase di realizzazione, con l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti. In queste settimane, ad esempio, sono in corso i lavori al magazzino comunale, in autunno toccherà alla sede della Protezione civile.


Obiettivo: gestire la burocrazia

«Il modello per la comunità energetica? Mettere insieme consumatori e produttori». La formula che il Comune di Rudiano guidato da Bonetti sta studiando da un paio di anni, è osservata speciale anche dalla Regione, che da febbraio si è dotata di una norma ad hoc per promuovere la nascita delle comunità energetiche e contribuire, così, alla realizzazione di sistemi condivisi e sostenibili di produzione e di uso dell’energia. Fondamentale, però, fare il progetto giusto e gestire la parte burocratica: per questo, da ottobre, ci sarà un centro regionale di coordinamento regionale attivo nella comunicazione, con giuristi e tecnici che gratuitamente li affiancheranno negli studi di fattibilità

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