Milano – Due terzi delle scuole primarie e medie tra Milano e provincia sono raggiunte dalla banda ultralarga, le altre lo saranno a breve. In Lombardia il report del ministero, aggiornato mensilmente, indica 2.050 scuole “coperte“ e 1.956 ancora da raggiungere (il 48,8%).
«C’è stata un’accelerata sia sul fronte della connettività, sia su quello della didattica anche se c’è ancora molto da fare. Le scuole hanno però fatto tesoro di quanto successo durante la pandemia per implementare progetti interessanti», fa il punto Nadia Ambrosetti, referente del Piano Nazionale Scuola Digitale per l’ufficio scolastico di Milano. Alle spalle anni complicati, con istituti che si sono trovati spiazzati e impreparati tra connessioni ballerine o assenti e tecnologia ai minimi termini.
«Per fortuna la figura dell’animatore digitale nelle scuole era già prevista dal 2016, anche se in questi anni ha dovuto formarsi sul campo: è stato un eroe», commenta Ambrosetti. Tra loro prof di informatica, ma anche di lettere e di sostegno, alle prese con la Dad, istruzioni che arrivavano da Roma da “calare a terra“, la caccia ai dispositivi e agli studenti “sconnessi“. Il cambio di passo c’è stato. E ci sono scuole che non archiviano quanto imparato ma corrono veloce nella sperimentazione. Alcune hanno anche giocato in anticipo sui tempi, come il comprensivo Monte Amiata di Rozzano, che ha introdotto sin dalle medie il percorso tecnologico.
«Sono riusciti virtuosamente a trovare finanziatori che hanno permesso di dotare la scuola di un laboratorio di robotica molto aggiornato e hanno strutturato un’offerta didattica innovativa – racconta la referente del provveditorato per la Scuola digitale -, i ragazzi programmano bracci robotici, sviluppano competenze e può essere utile per l’orientamento. Ovviamente non basta avere un laboratorio, si lavora alla formazione del personale».
Interessante anche l’operazione al comprensivo Trotter di Milano: «Hanno la fortuna e sfortuna di avere una planimetria articolata, con tanti piccoli edifici sparsi nel parco – spiega Ambrosetti -, bellissimo per i ragazzi, difficilissimo dal punto di vista della connettività. Hanno ripensato gli spazi per avere una copertura estesa», attrezzando anche“ terre di mezzo“, come i corridoi, con tavolini, pouf e device.
L’aula informatica in tante scuole è diventata “mobile“. Alle superiori Città Metropolitana di Milano, che ha in carico gli edifici, ha lavorato durante l’emergenza per raggiungere anche le cosiddette «aree bianche» dove – nella maggior parte dei casi – oltre alla fibra è arrivato il wi-fi. Tra le sperimentazioni interessanti sul piano didattico, il debutto del liceo per la transizione ecologica e digitale al Cartesio di Cinisello Balsamo. Ci sono poi progetti con ricadute anche per il territorio: l’istituto professionale Bertarelli ha mappato digitalmente Porta Romana, il liceo Agnesi si dedica ad attività di editoria digitale con Brera.
E il Politecnico sbarca nel Metaverso
Le scuole iniziano a far capolino anche nel Metaverso. Il Politecnico ha appena presentato “Virtuademy“, una piattaforma realizzata da AnotheReality, declinata in contesto didattico con esperienze in realtà virtuale e aumentata permettendo di effettuare lezioni e laboratori, senza limiti di distanza e in forma di avatar.
Intanto diverse scuole sono già entrate in questa dimensione : «Entrano in un ambiente virtuale protetto, progettano l’aula e gli arredi, fanno test, imparano anche a programmare in 3D – sottolinea Nadia Ambrosetti, referente per il Piano Nazionale Scuola Digitale -. C’è già un patrimonio di esperienze e conoscenze che le scuole stanno mettendo in atto». Sul fronte amministrativo si sono appena chiusi i bandi del Pnrr per lo sviluppo di tecnologie cloud e la ristrutturazione dei siti web. Resta aperto il tema device: «Dopo la Dad i ragazzi si sono trovati con un parco dispositivi più interessante, ma di strumenti c’è sempre bisogno, e invecchiano».