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Home > Lombardia > Teleriscaldamento, lavori e scavi al via a Lecco, Malgrate e Valmadrera

Teleriscaldamento, lavori e scavi al via a Lecco, Malgrate e Valmadrera

Il progetto, che coinvolge Lecco, Malgrate e Valmadrera, verrà realizzato entro il mese di ottobre 2023

Daniele De Salvo
3 Luglio 2022
Il presidente di Silea Domenico Salvatore e il d.g. Pietro Antonio D’Alema

Il presidente di Silea Domenico Salvatore e il d.g. Pietro Antonio D’Alema

Lecco – Rifiuti e fumi dello storico laminatoio per scaldare case ed edifici pubblici su quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno. È il progetto del teleriscaldamento di Lecco, Valmadrera e Malgrate, che, dopo 15 anni di studi ma anche polemiche, entro ottobre 2023 diventerà realtà.

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Dalla spazzatura bruciata a Valmadrera nell’inceneritore di Silea – che è la municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento dell’immondizia in provincia di Lecco –, e dal recupero dei cascami termici delle lavorazioni negli impianti industriali delle trafilerie del Caleotto a Lecco, che risalgono al 1908, verrà prodotto il calore necessario per riscaldare condomini e palazzi pubblici, tra i quali municipi e l’ospedale. Le due “maxi caldaie” saranno in grado per cominciare di scaldare le abitazioni di 20mila abitanti equivalenti tramite una rete di 16 chilometri di tubature. Quando poi nel 2032 il termovalorizzatore per incenerire i rifiuti verrà spento, la “mega stufa” di Valmadrera verrà alimentata con biometano certificato.

«Grazie allo spegnimento delle singole caldaie domestiche ed all’utilizzo di fonti rinnovabili nei prossimi 33 anni, che è l’arco di tempo della concessione, sarà possibile evitare l’emissione in atmosfera di 700mila tonnellate di CO2, per un risparmio pari a 100mila tonnellate equivalenti di petrolio – spiegano il presidente di Silea Domenico Salvatore e il direttore Pietro Antonio D’Alema –. Gli impianti produrranno annualmente circa 68 GWh di energia termica: nel periodo di funzionamento del termovalorizzatore, lo smaltimento dei rifiuti inciderà mediamente per il 40% del totale. Nel periodo post-termovalorizzatore il sistema utilizzerà energia termica prodotta dal recupero dei cascami termici, da pompe di calore ad alta efficienza energetica e cogeneratori alimentati con biometano ed energia elettrica da fonti rinnovabili certificate».

Per il futuro si prevede pure di ricavare energia per alimentare la rete di teleriscaldamento tramite realizzazione di un parco solare termico in una ex cava dismessa sul Cornizzolo, un pianto di biometano e idrogeno ad Annone Brianza e pompe di calore basate sullo sfruttamento delle acque di lago e di depurazione. I lavori e gli scavi cominceranno entro l’estate e si svilupperanno in contemporanea dai due poli di Lecco e Valmadrera. Entro la fine del prossimo anno si prevede di realizzare i primi allacciamenti, mentre il completamento della rete nella sua interezza è previsto nel 2026 con l’unione dei sistemi attraverso condotte nel Ponte Nuovo per collegare le due dorsali.


Un investimento da 49 milioni di euro

A realizzare e gestire il sistema di teleriscaldamento, saranno i tecnici di una newco in fase di costituzione composta da Silea e Varese Risorse, società del gruppo Acsm-Agam che ha già realizzato e gestisce le reti di teleriscaldamento a Como, Varese e Monza. La concessione avrà una durata di 33 anni. Il quadro economico prevede un investimento complessivo pari a 49 milioni di euro. Un’analisi dei ricercatori del Politecnico di Milano, ha evidenziato come il progetto sia in linea con i nuovi indirizzi europei.

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