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Home > Marche > Dopo la cultura, l’impegno verso l’inclusione: “Pesaro Capitale italiana dell’Accessibilità”

Dopo la cultura, l’impegno verso l’inclusione: “Pesaro Capitale italiana dell’Accessibilità”

La prossima sfida del sindaco di Pesaro Matteo Ricci: "Smart significa anche impegnarsi al massimo per la partecipazione di tutti"

Nicholas Masetti
21 Aprile 2022
Pesaro, Piazza del Popolo

Pesaro, Piazza del Popolo

Pesaro – Coinvolgere i cittadini. Farli contribuire alla vita politica, dialogare, creare interazione perché «la partecipazione è fondamentale», dice il sindaco di Pesaro Matteo Ricci.

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Nell’idea di smart people i cittadini vanno resi partecipi. Da cosa nasce l’idea di alcune sue iniziative?

“Negli ultimi anni i social sono diventati la nuova ‘piazza’ dove condividere idee e fare politica. Ma non bisogna dimenticare che le discussioni vanno portate avanti anche guardandosi negli occhi. Realtà e virtuale. Una cosa non esclude l’altra. A Pesaro lo abbiamo dimostrato con ‘Sindaco in famiglia’, ‘Sindaco che barba’, ‘Bla bla sindaco’, ‘A spasso col sindaco’. Format che hanno innovato il modo di fare politica. Mini reality ambientati nelle case, nelle attività e nei quartieri, trasmessi in diretta sulla mia pagina Facebook. Un modo per stare fisicamente vicini alla gente e allo stesso tempo dare la possibilità a tutti di interagire, per rendere i pesaresi protagonisti attivi della vita della città”.

Smart è anche l’ideale collettivo della città del futuro. Che progetti di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini ha in campo in vista di Pesaro capitale italiana della cultura 2024?

“Ripensare la città, attraverso il concetto di smart city, ci spinge a lavorare sull’idea di applicare la tecnologia a tutti gli ambiti vitali della città. Sostenibilità, transizione ecologica, innovazione e cultura sono le grandi sfide epocali che ci aspettano e allo stesso tempo sono i temi su cui si è basato il dossier ‘La natura della cultura’, con il quale abbiamo vinto il titolo di Capitale della Cultura 2024. Un progetto diffuso che mette al primo posto la partecipazione perché vedrà protagonisti tutti i comuni della provincia”.

Gli stati generali dell’accessibilità sono un altro filone per rendere la città più inclusiva. Di cosa trattano?

“È un’iniziativa fondamentale per il futuro di Pesaro e per il suo livello di civiltà. L’accessibilità è una sfida culturale: se nelle città vivono bene coloro che hanno difficoltà motorie, vivono meglio tutti. Non dobbiamo dimenticarci che un territorio più accessibile è anche più attrattivo. Vogliamo costruire una città sempre più inclusiva. Per farlo serve però un lavoro di squadra e una politica comune di accessibilità che riguardi l’urbanistica, i lavori pubblici, le attività economiche, turistiche, gli spazi di aggregazione e quelli culturali. Dopo la sfida vinta di Capitale Italiana della Cultura il sogno è quello di diventare Capitale Italiana dell’Accessibilità. Risultato che si può raggiungere solo con un lavoro coordinato”.

Ora anche gli stati generali delle infrastrutture. Quali sono gli argomenti al centro dell’incontro?

“Rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, Pnrr, modernizzazione della rete dei trasporti con un focus particolare sull’arretramento della ferrovia. In generale la formula degli ‘stati generali’ è un’occasione importante per fare il punto sulle esigenze del territorio. Questa è l’occasione per parlare della messa a terra degli investimenti che stanno arrivando nel nostro territorio e sulla programmazione degli interventi che cambieranno il volto della città, anche in vista del 2024. La nomina a Capitale Italiana della Cultura è una grande opportunità per Pesaro, per la provincia e per tutta la regione, che può durare anni. Dobbiamo correre insieme e farlo più forte degli altri, per concretizzare le iniziative che abbiamo in programma. Occorre avere la capacità di promuovere un brand che vale centinaia di milioni di euro: se riusciremo a giocare bene questa sfida daremo grande competitività a tutto il territorio”.

Si dice che si stia perdendo sempre di più lo spirito politico. È d’accordo? Il vostro progetto ‘conoscere per amministrare’, volto alla cittadinanza, va proprio nella direzione del recupero?

“Sicuramente è mutato ed è aumentata la diffidenza verso la ‘politica urlata’. Penso che la politica debba avere la grande capacità di rinnovarsi e di ascoltare le nuove esigenze che emergono e questo lo si può fare solo attraverso la partecipazione. Lo scopo di ‘Conoscere per amministrare’ è proprio quello di promuovere la cittadinanza attiva. L’obiettivo è sensibilizzare e formare i partecipanti (consiglieri comunali e di quartiere, aspiranti amministratori) sulla storia della città e sui ruoli politico-istituzionali dell’ente comunale, sia nella sua dimensione territoriale, sia nei rapporti con gli altri enti e soggetti pubblici”.

Nel pensiero di collaborazione democratica del consiglio comunale c’è il progetto ‘Il comune va a scuola’. È importante che lo spirito di condivisione parta tra i più giovani?

“’Il comune va a scuola’ è un progetto educativo-didattico pensato per far conoscere ai più piccoli, in un modo leggero e coinvolgente, come funziona l’istituzione più vicina ai cittadini. La democrazia è un bene fondamentale, ma come dimostrano le guerre in corso non può essere assicurata per sempre. Va coltivata attraverso la partecipazione e l’educazione civica. E l’iniziativa voluta dal presidente del Consiglio Marco Perugini ha proprio questo scopo: trasmettere e rafforzare l’arte della democrazia”.

E i presidenti dei quartieri, con la loro partecipazione attiva nella politica, quanto contano?

“In questo senso negli ultimi anni a Pesaro abbiamo rilanciato i quartieri: palestre politiche delle classi dirigenti future che coinvolgono le associazioni sportive e sociali e garantiscono ai cittadini la massima partecipazione e rappresentatività. Luoghi di servizio, grazie ai presidenti, ai consiglieri e a tutti i volontari di quartieri. Insieme alla Protezione civile, sono state figure preziosissime durante la pandemia”.

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