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Home > Marche > Treia (Macerata), guanto robotico e risonanza 2.0: “Così la sanità guarda al futuro”

Treia (Macerata), guanto robotico e risonanza 2.0: “Così la sanità guarda al futuro”

A Treia (Macerata) l’equipe di Caraffa può contare su un’innovativa apparecchiatura per la riabilitazione della mano. Il direttore Di Falco: "Nell’ospedale del capoluogo diagnosi più accurate grazie al nuovo macchinario"

Franco Veroli
15 Luglio 2022

Macerata – Sempre di più la cura della nostra salute passa attraverso tecnologie e strumenti innovativi, impensabili anche fino a qualche anno fa. L’Unità operativa complessa di Medicina fisica e riabilitativa della struttura ospedaliera di Treia, nell’Area Vasta 3 di Macerata, si è recentemente dotata di un “guanto robotico”, una apparecchiatura per la riabilitazione della mano.

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“In buona sostanza – spiega il direttore Giorgio Caraffa – guidato dall’apparecchio il paziente, indossando dei guanti, aprendo e chiudendo la mano sana fa compiere gradualmente gli stessi movimenti a quella malata, in modo che questa recuperi la sua funzionalità. Questo sistema vale sia per chi ha avuto un danno di origine neurologica sia per chi ha avuto un danno di origine ortopedica”.

La procedura è talmente innovativa che i collaboratori del dottor Caraffa sono già impegnati in specifici corsi di aggiornamento e condividono il loro lavoro con i colleghi dl altre regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna o il Lazio. Ma c’è dell’altro. “Abbiamo acquisito anche un tappeto strumentato gait trainer treadmill 3 per l’addestramento del passo e un sistema di sostegno e scarico nxstep unweighing system per la rieducazione del cammino”, sottolinea Caraffa.

“Questa specie di tapis roulant è destinato a chi ha perso la capacità di camminare. Il paziente viene imbracato, quindi posto in scarico. In assenza del peso del corpo riesce più facilmente a muovere le gambe e, progressivamente, a riacquisire la loro funzionalità”. All’ospedale di Macerata, a migliorare in profondità la diagnostica, è arriva la nuova risonanza magnetica, un sistema ad alto campo (1.5 Tesla), prima installazione nelle Marche di un modello prodotto da una nota azienda multinazionale.

“La maggior accuratezza diagnostica e le nuove applicazioni consentono di incrementare la complessità delle attività sanitarie nei vari setting assistenziali, ospedalieri e territoriali”, spiega Carlo Di Falco, direttore sanitario del presidio ospedaliero unico dell’Area Vasta 3. Nello studio del sistema nervoso centrale, ad esempio, sono ora disponibili più parametri di valutazione rispetto al passato, riuscendo a valutare la presenza di minime emorragie anche pregresse; qualsiasi patologia, sia oncologica che degenerativa (l’ospedale di Macerata è sede del Centro Sclerosi Multipla), può essere diagnosticata con elevata accuratezza.

Avere a disposizione sequenze particolari come la Flair e le Dwi, permette, in ambito di Stroke Unit, di valutare patologie tempo-dipendenti, come il cosiddetto ictus al risveglio, con la possibilità di datare l’insorgenza temporale di un ictus in modo da offrire al paziente la chance di trattamento trombolitico.

Alla Unità di radiodiagnostica di Macerata afferiscono le pazienti dello screening senologico di tutta l’area Vasta che necessitano di completamento diagnostico con risonanza magnetica e tutte le pazienti della Brest Unit (circa 300 neoplasie l’anno operate, volume maggiore nelle Marche dopo Torrette e Fano): incrementare l’accuratezza diagnostica con una bobina a 18 canali è fondamentale. Nella Unità di Radioterapia Oncologica, invece, è in arrivo, dopo quello già installato, un acceleratore True Beam 2.7 che permette di erogare un trattamento ad alte dosi in tempi brevi anche su sedi profonde, garantendo metodi di controllo del respiro che rendono l’intervento più preciso ed efficace.

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