Montegranaro (Fermo) – L’innovazione attraverso la trasformazione digitale applicata a energia, trasporti, sicurezza, gestione e monitoraggio ambientale, rifiuti ed edilizia pubblica ma anche in molti altri ambiti rende una città smart, uno spazio intelligente, sostenibile e innovativo. Ma in un piccolo paese tutto ciò è realizzabile? E la popolazione come si adatta a un cambiamento di tale portata? Ne abbiamo parlato con il sindaco di Montegranaro, comune del Fermano che conta circa 12mila abitanti, Endrio Ubaldi.
Sindaco, quanto Montegranaro è già smart e come i cittadini recepiscono il cambiamento?
“Per alcuni servizi il nostro comune utilizza già il digitale, per altri ancora no. Ad esempio la piattaforma PagoPa può essere comoda, la utilizziamo già da tempo per i servizi scolastici e le prenotazioni all’asilo nido ma anche lì ci sono criticità perché non tutti la sanno utilizzare e arriviamo al punto in cui gli uffici comunali finiscono con l’intasarsi. Perché? Perché si blocca, le linee telematiche non sono ancora efficienti e poi le persone pure ancora non le sanno usare. Ci vorrà del tempo per adattarsi. Le persone preferiscono ancora il contatto personale e a dir la verità anche io stesso. Tutto il processo telematico si sta meccanizzando tutto, troppo. Sono fiducioso ma i risultati si avranno nel medio-lungo periodo. L’utenza è refrettaria, quando è obbligata alla procedura telematica la fa, altrimenti no. Abbiamo personale qualificato per questo. Abbiamo ottenuto 150mila euro dal Pnrr per la transizione tecnologica, per il sito web del Comune più che mai fruibile e i servizi digitali”.
Un sito che raccoglie migliaia di interazioni…
“Devo dire che c’è una buona partecipazione, sia per il consiglio comunale che per la giunta. Appena la terminiamo siamo abituati a fare una diretta Facebook con comunicazione alla cittadinanza sulle delibere adottate ma anche su quanto cominciamo a progettare. E 1500 visualizzazioni sono tante. Da ottobre 2021, dal mio insediamento, ci sono commenti, interazioni, c’è chi critica. E’ molto seguita sia la pagina del Comune che quella personale del sindaco. Sono molto soddisfatto della partecipazione dei cittadini”.
Quanto alla copertura di rete com’è la qualità?
“Stiamo lavorando con Open Fiber per potenziare la velocità del segnale. Siamo un po’ in ritardo in questo, problemi ce ne sono, me lo segnalano anche i privati, soprattutto da villa Luciani che è la nostra zona industriale. Come Amministrazione possiamo solo sollecitare, non possiamo fare molto altro. Ma tra massimo un anno avremo maggiore competitività anche per ciò che riguarda la connessione”.
Si può essere smart in molti ambiti, ad esempio sulla sicurezza, sulla salute, sull’educazione, sulla cultura…
“Sulla sicurezza abbiamo impiegato grossi investimenti, ad esempio sulla videosorveglianza nell’ambito del progetto ‘scuole sicure’, parliamo di 12.700 euro, un progetto condotto con la prefettura e il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, approvato ad agosto. Avremo dieci telecamere in più nei plessi scolastici e siamo uno dei 270 comuni che hanno ottenuto questo finanziamento. Ne abbiamo istallate altre 18”
Nell’ambito culturale come vi state muovendo?
“Abbiamo riaperto l’auditorium teatro La Perla, 450 posti, e l’officina delle arti, 210 posti, che era chiuso da tre anni per un certificato prevenzione incendi e impianti elettrici. Lo restituiamo alla città. Stiamo lavorando per la realizzazione di un’offerta turistica in rete. Abbiamo un punto turistico in piazza sei mesi all’anno. Montegranaro non è una città turistica ma oggi contiamo 25 strutture ricettive e 22mila presenze. Stiamo crescendo in questo senso. Abbiamo sempre più appassionati di bike e strade bianche, di campagna, possiamo puntare su questo, ma ci dovremo organizzare. Partecipiamo al progetto della ciclopedonale del Chienti, c’è una richiesta di finanziamento alla Regione, Civitanova è il Comune capofila. Parliamo di 40 chilometri di percorso ciclopedonale, 5 sono sul nostro territorio. Stiamo utilizzando un laghetto artificiale. Anche questa è crescita economica del territorio”.
A proposito di crescita economica, quanto contribuiscono le nuove tecnologie?
“Noi abbiamo il calzaturiero come principale settore, molti hanno investito sulle nuove tecnologie, vendite online e così le aziende sono riuscite a rimanere competitive, quelle che hanno giovani, e nonostante la guerra della Russia. Il reale problema è che manca la manodopera. C’era anche una scuola calzaturieri. Non c’è ricambio dopo le pensioni, non c’è manodopera qualificata e le aziende si vedono costrette a spostare le produzioni”.
Tra le dimensioni indicate dalla Comunità Europea per la realizzazione di una smart city c’è anche lo smart environment, il miglioramento dell’impatto ambientale delle attività umane. Cosa fare?
“Noi puntiamo sul green, cerchiamo di valorizzare le aree verde a partire dall’area ambientale laghetto Torrione in prossimità del fiume lungo Chienti, siamo vicini alle associazioni cittadine che si occupano di attività che promuovono la tradizione che qui a Montegranaro era agricola, non calzaturiera”.
E cosa ne è dell’industria agricola che oggi con le nuove tecnologie può crescere molto?
“Va bene, c’è disponibilità imprenditoriale a diversificare, anche da parte dei giovani. Abbiamo ad esempio un olificio innovativo, altri alla riscoperta della tradizione, abbiamo proprio un consigliere comunale che ha la delega all’agricoltura. Abbiamo il Sole e vita festival, rievocazione mietitura”.
Dunque quale sarà la Montegranaro del futuro?
“Sarà una Montegranaro dove manterremo competitività specializzandoci nella calzatura della qualità, ma avremo una migliore vivibilità, un paese cresciuto in fretta, una popolazione raddoppiata, dove diversificare gli investimenti anche nel turismo, valorizzare il paesaggio agricolo, il nostro belvedere da dove si vedono anche le isole croate. Una Montegranaro che sarà più vivibile e più attrattiva”.