Tolentino (Macerata) – Green, sostenibile e sicuro. È il nuovo monastero di Santa Teresa, ricostruito in legno dopo il terremoto, a Tolentino. Domenica 30 ottobre 2016 le sue diciassette carmelitane scalze avevano dovuto lasciare la città. Domenica 30 ottobre 2022, sei anni esatti, sono rientrate a casa. Ed è stata festa, insieme al commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, alle autorità civili, militari e religiose, e a centinaia di amici.
Il montaggio della struttura prefabbricata (di 2.480 metri quadrati commerciali) è cominciato a gennaio e terminato a luglio di quest’anno, con la consegna di un edificio dall’elevata efficienza energetica e basse spese di gestione. La cerimonia di posa del primo tronco era avvenuta l’11 dicembre 2021, e i primi camion contenenti le pareti prefabbricate sono arrivati l’11 gennaio. La struttura è stata realizzata in tempi record (sette mesi di cantiere) da Wolf Haus, azienda con sede a Bolzano, che spiega: “La certificazione antisismica del sistema costruttivo, e la velocità di esecuzione, hanno permesso di guardare al futuro con serenità, fiducia e sicurezza”. L’edificio (demolito e ricostruito) ha caratteristiche che lo posizionano in classe energetica A4, la più alta disponibile; è dotato di un impianto fotovoltaico da 30kW che consente di gestire tutti gli impianti in una condizione di quasi totale autosufficienza. Questo garantisce un alto comfort abitativo, unito ad un grande risparmio energetico.
“La mattina del 30 ottobre 2016, la scossa ci aveva costrette a interrompere la celebrazione eucaristica e a fuggire: uscendo dal chiostro avevamo visto alzarsi un grande polverone, si sentivano cigolii, oggetti che cadevano e vetri infranti”. Così, sei anni fa, le suore di clausura avevano descritto il sisma, che aveva reso inagibile il monastero. Erano state costrette a trasferirsi prima a Fano e poi dal luglio 2017 a Cascia. Ma il legame con i tolentinati è sempre rimasto forte. Tanto da rifiutare la proposta di trasferirsi a Roma. “La risposta da parte dei cittadini in questo lungo periodo è stata commovente, bellissima – ha spiegato suor Maria Chiara Tani, la priora –. Anche nel trasloco c’è stato un grande gioco di squadra. Questa sarà la casa di tutti: è stata costruita con l’affetto e l’aiuto concreto di tutti. L’accoglienza sarà la sua caratteristica principale. Siamo suore di clausura ma le porte saranno aperte per chiunque avrà bisogno di essere ascoltato e accolto”.
La struttura aveva riportato danni pesanti, mentre la chiesa, essendo adiacente, aveva un’inagibilità indotta. All’inaugurazione dello scorso 30 ottobre il vescovo Nazzareno Marconi ha consacrato il nuovo altare (nuovi anche gli arredi liturgici di Progetto Arte Poli, con riferimenti all’esodo pensati dalle consorelle dieci anni fa, prima che lo vivessero sulla propria pelle). “Per le modalità e i tempi – ha detto con soddisfazione Legnini – questa realizzazione costituisce un esempio, da emulare. È una ricostruzione sicura, sostenibile, fatta in tempi straordinariamente brevi. O meglio, lunghi per arrivarci, ma poi in un totale di dieci mesi hanno ricostruito un convento. Questo vuol dire che molte cose, se c’è la volontà, sono possibili”. “Questo ritorno a casa è un esempio – ha aggiunto il sindaco Sclavi -. Basti vedere che la pietra oggi si è trasformata in un altare. Come amministrazione cercheremo di “copiare” questa linea: in cinque anni dobbiamo riuscire a consegnare alla città le opere che merita”. Monsignor Marconi ha consacrato il nuovo altare. “L’augurio è che ognuno possa vedere Dio nei vostri occhi, con la vostra semplicità e umiltà – ha detto il vescovo rivolgendosi alle suore –. Grazie a Dio, a voi e a tutti quelli che hanno reso possibile questa giornata”.