Visso (Macerata) – Il Comune di Visso ha lanciato un avviso di manifestazione di interesse per costituire una comunità energetica nel territorio, ovvero delle associazioni tra i produttori e i consumatori di energia, finalizzate a soddisfare il fabbisogno energetico mediante l’uso di fonti rinnovabili. Il consigliere Filippo Sensi, ingegnere, illustra il progetto della giunta, che è guidata dal sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi.
L’obiettivo è di fare diventare autonoma Visso sul piano energetico?
“L’autonomia energetica del Comune sarebbe l’epilogo ideale, ma diciamo che per il momento, considerate tutte le difficoltà, dobbiamo essere realistici e darci degli obiettivi raggiungibili. Ho iniziato l’esperienza amministrativa nel 2004 e con l’allora sindaco Pazzaglini, l’attuale Spiganti Maurizi e altri consiglieri avevamo già esplorato la possibilità di realizzare impianti eolici per la produzione di energia elettrica. Rimase tutto sulla carta, forse i tempi non erano maturi e quando siamo tornati in amministrazione, nel 2014, non abbiamo avuto il tempo di riprendere il piano e spingerci oltre. Nel mentre a Visso sono stati realizzati da privati piccoli impianti idroelettrici sul torrente Ussita e sul Nera, e nel vicino Comune di Pieve Torina impianti eolici. Partirei da qui, dato che l’esperienza ci dimostra che questi interventi sono fattibili”.
Come saranno coinvolti i privati?
“Abbiamo pubblicato un avviso alla popolazione per dare avvio al percorso con una manifestazione di interesse che tutti possono sottoscrivere. Abbiamo anche coinvolto i colleghi tecnici operanti nella ricostruzione, affinché possano prevedere o predisporre impianti di produzione domestica, che possano essere messi in rete con altri della comunità energetica rinnovabile. Dovremo poi individuare partner tecnologici e scientifici che ci aiutino a mettere in pratica il tutto. Nel primo caso, credo che ricorreremo a soggetti privati operanti nel settore delle energie rinnovabili; per il supporto scientifico invece, data la recente esperienza positiva con il programma straordinario di ricostruzione Psr di Visso, guardiamo prima di tutto alla Università Politecnica delle Marche”.
Com’è nata l’idea?
“Ho letto un articolo sulla realizzazione di un impianto eolico collettivo a Gubbio, al servizio di varie centinaia di famiglie. Poi sono arrivate le iniziative della struttura del commissario e della Regione e dato che siamo la sede di un importante parco nazionale, abbiamo pensato che sarebbe stato un bel segnale cominciare da qui con iniziative basate sullo sviluppo delle energie rinnovabili non per motivi economici e speculativi, ma al servizio dei residenti e delle attività economiche, all’insegna della sostenibilità ambientale e della riduzione dei costi dell’energia. Visso ha un migliaio di abitanti e molte attività disseminate in un territorio di circa cento chilometri quadrati. Per molti di essi, in particolare per le frazioni, la transizione ecologica avrà inevitabilmente costi maggiori che altrove. Per chi risiede in una frazione, a venti o trenta chilometri dal capoluogo, il costo dell’energia ha un impatto maggiore e può essere un disincentivo alla permanenza. Viceversa, avere dei meccanismi che consentano di abbattere i costi potrebbe aiutare a rimanere sul territorio, a convertire le proprie abitazioni e aziende, agricole, diminuendo i costi di una transizione energetica”.
A che fase siete del progetto? Come si svilupperà concretamente e con quali risorse?
“Siamo nella fase iniziale, quella ricognitiva delle manifestazioni di interesse. Prossimamente inizieremo a coinvolgere alcune aziende operanti nel settore delle rinnovabili e il personale della Politecnica per definire al meglio gli obiettivi, le iniziative possibili e acquisire il necessario know-how. Per le risorse aspettiamo i bandi e le possibilità di finanziamento col Pnrr Sisma, potremmo anche impiegare risorse dell’ente, ma in questo caso credo sia necessario e doveroso guardare anche al ritorno economico per il nostro Comune, oltre che al risparmio e alla condivisione coi cittadini, considerato che le produzioni in eccesso a quelle per l’autoconsumo sarebbero cedute alla rete”.
Un altro progetto sostenibile è la rigenerazione urbana di Cupi. In che cosa consiste?
“Il progetto si pone vari obiettivi, in primo luogo il rifacimento delle infrastrutture: in questi ultimi anni Cupi ha registrato moltissime difficoltà nell’approvvigionamento idrico durante tutto l’anno e non solo nella stagione estiva. Presenta inoltre carenze nella rete fognaria e negli impianti di depurazione, che richiedono un intervento non più rimandabile. Contestualmente rinnoveremo tutte le altre reti dei servizi, tra cui quella di illuminazione a basso consumo. La rigenerazione prevede il rifacimento delle pavimentazioni e il recupero di una fonte con lavatoio del XIV secolo, realizzazione di aree attrezzate per la ricettività turistica, spazi sociali e infrastrutture per la mobilità sostenibile. Il costo totale dell’intervento è di circa un milione”.