Alcune trasformazioni sono già visibili. Altre sono all’anno zero. Molte devono ancora essere avviate. Ferme a intenti o poco più. Il rischio, quando si parla di sostenibilità, innovazione e servizi digitali per tutti è che molto resti confinato nella sfera dei buoni propositi, difficili da realizzare.
Utopia, insomma. I relatori che hanno partecipato al terzo panel di giugno ’Le nuove aree urbane tra benessere ambientale e sociale – La casa come cellula base e miniera di risorse per l’organismo città’ – hanno smentito anche i più scettici: smart cities, sostenibilità e innovazione digitale sono temi complessi, trasversali ma quanto mai concreti.
A ricordarlo, nei giorni in cui si è tenuto il dibattito – moderato da Sandro Neri –, è stato il Salone Internazionale del Mobile giunto alla sua 60esima edizione. Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, aveva ricordato «il ruolo guida delle imprese nei processi di trasformazione e la loro capacità di innovazione, anticipando i tempi del mercato».
E come la tecnologia debba essere «un volano per tutte le dimensioni di imprese: le grandi anticipano i tempi. Il compito delle istituzioni è fare andare alla stessa velocità di un capofila la piccola e media impresa che rappresenta il 98% della rete lombarda». L’architetto Stefano Boeri, che a Milano ha firmato progetti diventati simbolo della trasformazione urbanistica anche in chiave di sostenibilità come il Bosco Verticale – due torri avvolte da vegetazione sulle facciate che contribuiscono a ’mangiare’ lo smog – aveva ribadito l’«urgenza di muoversi.
«Nelle nostre città si giocano le sfide fondamentali: sono luogo dove si produce economia e cultura ma si producono anche i maggiori danni ambientali. Il 75% dell’anidride carbonica è prodotto dalle città – aveva affermato Boeri –. Sono causa e vittima del riscaldamento globale: le reti di città sono motore del cambiamento. A Milano stiamo aumentando la forestazione con il progetto ForestaMi (3milioni di alberi da piantare entro il 2030). Parallelamente bisogna lavorare sulla mobilità condivisa ed elettrica».
Nel capoluogo lombardo, il sindaco Giuseppe Sala ha istituito il Board per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale del Comune di Milano «per supportare l’Amministrazione e i cittadini in una serie di attività già in corso in tema di sostenibilità e digitale», aveva illustrato la coordinatrice Layla Pavone.
Secondo Laura Mariani, responsabile nazionale per le Politiche Abitative della Cgil, non mancano però le criticità: «Alcuni temi sono entrati nel linguaggio comune: smart cities, smart working, smart living. Ma la tecnologia non è alla portata di tutti, il rischio è che sia un fattore di disuguaglianza: esistono sacche di digital divide, servono investimenti tecnici su infrastrutture e competenze».
«La casa, il quartiere tutto può essere connesso e migliorare la qualità della vita – ha osservato Mariani –. Non basta l’applicazione di sistemi digitali a modelli appartanenti al passato, ma occorre ridefinire spazi e tempi». Luca Palermo, amministratore delegato di Fiera Milano, aveva sottolineato come «il tema della sostenibilità si coniuga con l’eccellenza del made in Italy nel settore del design».
«Il quartiere fieristico di Milano – aveva detto – è come una piccola smart city, con tecnologie che consente di connetterci con gli altri ecosistemi. A ottobre lanceremo una fiera sulla mobilità del futuro, una prima versione aperta al contributo di tutti».