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Home > News > Flessibile, integrata e sempre più sicura. La mobilità è ’green’

Flessibile, integrata e sempre più sicura. La mobilità è ’green’

SMART MOBILITY. Le modalità future per una viabilità agile, condivisa e sostenibile. Uno sguardo attento e strategico anche sul trasporto pubblico locale

2 Dicembre 2022

In un mondo in continua evoluzione, al termine ’mobilità’ viene affiancata, sempre più frequentemente, la parola ’futuro’. Un connubio, questo, che cela in soli due concetti uno scenario, necessario quanto imminente, richiamato a sciogliere i nodi di una mobilità statica. E che inizia a far sgomitolare, lungo le strade del domani, nuove occasioni a beneficio dei cittadini.

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Da una viabilità più agile, condivisa e sicuramente più sostenibile, fino a servizi più rapidi e accessibili, volti a migliorare la qualità di vita di ogni individuo ‘in sella’ al proprio mezzo di trasporto. La smart mobility, infatti, è l’opportunità di potersi spostare solo quando serve, in modo flessibile, integrato, sicuro, minimizzando il traffico, l’inquinamento e gli sprechi di tempo ed energia.

Un’occasione per riorganizzare le diverse esigenze di mobilità individuale e collettiva e l’implementazione di nuove infrastrutture e nuove soluzioni. Così come discusso a ottobre nel digital panel ‘Dopo la pandemia le sfide del futuro tra supertreni e micromobilità’, il quinto appuntamento del progetto crossmediale ‘Qn Città Future’.

I relatori – moderati da Sandro Neri – si sono infatti potuti confrontare su un tema capace di andare oltre la concezione classica di trasporto. E che fa, della tecnologia, leva per alzare l’asticella della mobilità del domani.

«La smart mobility è uno dei pilastri del nuovo paradigma di smart city, che riprogramma le aree urbane sotto diversi profili. Investire in questo senso vuol dire avere un grande ritorno a livello di benefici – aveva spiegato Michele Masulli, direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com) –. Ci sono già sperimentazioni interessanti, ad esempio riguardo la conversione a idrogeno di alcune tratte ferroviarie. È vero, la mobilità elettrica rappresenta la principale alternativa a quella tradizionale, ma un ruolo importante lo possono svolgere anche le alimentazioni a bio carburante, bio metano, carburanti sintetici, bio carburanti avanzati».

«Bisogna riprogrammare in modo diretto la realtà – aveva insistito Masulli –. Si sente spesso parlare di ‘città a quindici minuti’, un modello che in alcune aree già esiste e che consente di avere accesso ai servizi principali in un quarto d’ora, evitando di far convergere verso il centro della città tutti i flussi di trasporto. Gli strumenti anche in questo senso ci sono, pensiamo soltanto ai piani urbani per la mobilità sostenibile, che un punto di forza importante ce l’hanno proprio nella partecipazione dei cittadini».

I progetti futuribili si incrociano a sperimentazioni che possono vantare di essere già realtà per delineare, su base di sperimentazioni ad hoc, i percorsi da incentivare e concretizzare ulteriormente. «Dovremmo riprendere con maggiore decisione gli investimenti sulla mobilità a basso prezzo e renderla sempre più smart – aveva commentato Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente – un segnale di questo tipo è cominciato a intravedersi con il bonus per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, che speriamo si estendano anche alla sharing mobility, cioè mezzi elettrici a noleggio».

«L’intermobilità – aveva insistito Poggio – è una delle grandi possibilità dell’immediato futuro: lì risiede la vera novità della rivoluzione dei trasporti, non solo delle persone ma anche delle merci».

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