La digitalizzazione può contribuire a rendere largamente accessibili e capillarmente diffusi i servizi sul territorio, ma non è in grado, da sola, di trasformare un centro urbano in una ‘smart city’, città intelligente. Affinché si realizzi la rivoluzione nel rapporto fra pubblica amministrazione e cittadinanza è necessario che l’innovazione tecnologica passi attraverso la collaborazione fra amministrazioni, realtà private e cittadini.
È questo il messaggio scaturito dall’ultimo evento digitale di QN Città Future che si è svolto a metà di novembre. Alla tavola rotonda, moderata da Sandro Neri, responsabile di QN Economia e organizzata in collaborazione con ASviS e il sostegno di Terna e del Comune di Prato –, avevano partecipato Matteo Biffoni, sindaco di Prato; Carla Collicelli, Sociologa del welfare e della salute, Associate Researcher presso Cnr – Cid Ethics e Responsabile Relazioni istituzionali ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile; Eleonora Mazzoni, Direttrice innovazione di I-com – Istituto per la competitività; e Roberto Giovannini, responsabile sostenibilità del gruppo Terna, operante nelle reti di trasmissione dell’energia elettrica.
Dopo i saluti di Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino), a prendere la parola per primo era stato Matteo Biffoni, sindaco di Prato: la città toscana si è proposta, come modello italiano di ‘smart city’ e intende realizzare quella transizione ambientale ed energetica definita, dallo stesso primo cittadino, ‘un percorso da cui l’umanità non può tornare indietro’.
«Partiremo da un settore che conosciamo bene – aveva detto – : il tessile. Supporteremo le aziende, ad esempio attraverso la blockchain a migliorare la tracciabilità dei prodotti e rispondere alle sfide di un minor impatto ambientale e di azzeramento degli sprechi».
La sociologa Carla Collicelli aveva precisato come la dimensione della sostenibilità, nelle città del futuro, non debba appiattirsi soltanto su variabili come la qualità dell’aria o l’estensione delle piste ciclabili, ma debba ‘estendersi a 360 gradi’. «Ci dev’essere una trasformazione globale che affronti le questioni economiche, sociali e delle istituzioni», aveva detto «In quest’ottica, è fondamentale cominciare da una diversa organizzazione della città, dei trasporti, dell’abitare, dei servizi e di tutte le strutture dedicate a salute e benessere».
A proposito di salute, Eleonora Mazzoni si era soffermata sulla necessità di un approccio il più possibile trasversale, soprattutto in un ambito delicato ed esposto alle criticità come quello della salute. «L’uso massiccio delle tecnologie digitali rappresenta sì una chiave di volta per rendere il nostro sistema socio-sanitario proattivo nella presa in carico dei pazienti, ma la raccolta e il monitoraggio dei dati – da contemperare con l’esigenza di tutela della privacy – devono essere propedeutici a una pianificazione urbana più oculata».
Ed è stato il Covid a spingere il colosso Terna a sviluppare progetti all’avanguardia nell’ambito della sostenibilità e finalizzati al benessere dei propri dipendenti, come aveva argomentato il referente Roberto Giovannini. «Siamo i primi in Italia ad aver adottato un programma di e-bike sharing aziendale, ‘Cycl-e around’ di Pirelli, con l’obiettivo di migliorare la mobilità ‘dolce’. Il progetto coinvolge otto sedi Terna in Italia, dotate di bici elettriche Pirelli per gli spostamenti casa-ufficio, durante la giornata di lavoro e per il tempo libero».