Assessore, ma cosa significa oggi essere una ‘Smart City’? «Parto col dire che il concetto di ‘Smart City’ si è evoluto: non più solo una città connessa, ma sempre più sostenibile, inclusiva, sicura, attenta alla salute e all’ambiente. La conoscenza dei dati, la capacità di analizzarli ed elaborarli rappresentano uno strumento fondamentale».
Irene Priolo, assessore regionale alla Transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico, Ambiente, Difesa del suolo e della costa e Protezione civile, è intervenuta in virtù delle sue deleghe all’incontro ‘Qn Città future’. L’assessore è tra il panel di esperti con al centro proprio le tematiche della transizione ecologica e digitale in Emilia-Romagna.
«Abbiamo da poco inaugurato al Tecnopolo ‘Leonardo’ – prosegue Priolo –. Poiché nel 2050 sarà concentrata nelle aree urbane il 68% della popolazione mondiale, diventa urgente trasformare il modello di città».
Come può la mobilità, ad esempio, contribuire ad aumentare la qualità della vita?
«Diventando più sostenibile, accessibile, fruibile, rendendo la vita più semplice ai cittadini attraverso piattaforme digitali di intermediazione che abilitano diverse funzionalità, capaci di rispondere in modo personalizzato alle esigenze e che prevedano l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato, accessibili all’utente finale e già realtà sopratutto per i giovani».
Quali?
«Dobbiamo puntare a sistemi di mobilità condivisa per ridurre i livelli di Co2, ma anche di particolato e di ossidi di azoto. Penso anche ai Pums, primo fra tutti quello della Città metropolitana di Bologna. Occorre promuovere gli spostamenti tramite il servizio pubblico, su ferro e gomma, come bus e tram e aumentare le piste ciclabili».
La qualità dell’aria come si colloca in questo processo?
«Rendere le nostre città sempre più smart significa, tra le altre cose, puntare a un minore traffico veicolare e a un risparmio energetico. Penso anche a sistemi di illuminazione pubblica sempre più efficienti. Tutto questo porta a una riduzione delle emissioni, in primo luogo a tutela della salute dei nostri cittadini, obiettivo che ci riconsegna anche l’Europa. Ma gli strumenti tecnologici possono e devono essere anche di equità sociale».
Qualche esempio?
«In Emilia-Romagna abbiamo deciso di adottare ‘Move-in’, una scatola nera che permetterà, a chi non ha la possibilità di acquistare un nuovo veicolo meno inquinante, di percorrere un quantitativo massimo di chilometri all’anno, scelta condivisa insieme alle altre regioni del Bacino Padano, con le quali ci accomuna un assetto orografico di certo non favorevole. In questo momento è in via di approvazione il nuovo ‘Piano Aria’, che ci accompagnerà fino al 2030».
Di quanto si tratta?
«Circa 150 milioni di euro, di cui quasi 67 nel primo triennio, che si aggiungono alle risorse impegnate nel triennio 2020/2022, 52 milioni e mezzo, per la mobilità ciclistica e il ‘bike to work», rimborsi per abbonamenti a fronte della rottamazione dell’auto e incentivi per l’acquisto di bici a pedalata assistita, oltre agli abbonamenti gratuiti per gli studenti. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale l’alleanza tra istituzioni, cittadini e mondo produttivo: solo così ce la faremo».