Firenze – È la prima mostra in Italia organizzata da un’istituzione tradizionale per dare spazio agli NFT e alle nuove frontiere dell’arte e della realtà digitale. S’intitola «Let’s Get Digital!» ed è in corso fino al 31 luglio negli spazi della Strozzina e nel cortile di Palazzo Strozzi (che ospita nelle sale principali la mostra-evento dedicata a Donatello).
«Let’s Get Digital!» permette così di ammirare le opere di artisti internazionali come Refik Anadol, Anyma, Daniel Arsham, Krista Kim, Andrés Reisinger e Beeple, noto fra l’altro per la vendita da record (69,3 milioni di dollari) dell’opera «Everydays: the first 500 days». Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Hillary Merkus Recordati, l’esposizione è curata da Arturo Galansino, direttore generale delle Fondazione, e da Serena Tabacchi direttrice del MoCDA, il Museo d’arte digitale contemporanea.
Ma cosa significa NFT? Si tratta dell’acronimo per «Non fungible token» (gettone non fungibile) e indica l’atto di proprietà e il certificato di autenticità di un oggetto digitale, scritto su blockchain. Per spiegare il concetto di «fungibilità» si può ricorrere al paragone con una moneta: questa è sia originale che fungibile, ovvero interscambiabile con qualsiasi altra di uguale valore. Gli NFT indicano invece opere (ma anche tweet, figurinae digitali, illustrazioni, video o brani) non solo originali, ma anche non interscambiabili.
Quando un contenuto digitale viene certificato (in gergo mintato) attraverso la blockchain, diventa non modificabile, viene crittografato e registrato in un archivio che garantisce la visualizzazione a tutti ma il possesso a un singolo individuo. Gli NFT popolano i metaversi, mondi paralleli virtuali, e sono stati spesso venduti a cifre record. Ora, la sfida è capire se si tratti di una ‘bolla’ o di una forma d’arte destinata a durare. E la mostra fiorentina approfondisce anche questo aspetto, in un viaggio che parte dall’installazione site specific di Refik Anadol (Turchia), in cui gli algoritmi dell’intelligenza artificiale creano visioni illusionistiche, e prosegue nella Strozzina, fra opere e installazioni immersive.
Protagonisti sono Beeple (Mike Winkelmann, Usa), con iconiche opere fra politica, cultura pop e riferimenti all’attualità; Daniel Arsham (Usa), con una riflessione sull’idea di scultura attraverso loop temporali; Krista Kim (Canada) in un mondo di geometrie e riflessi impossibili; Andrés Reisinger (Argentina) con l’opera Arcadia, realizzata con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC, sulle routine quotidiane; il collettivo Anyma (Matteo Millari e Alessio De Vecchi, Italia) in un’intersezione tra musica e visual performance.
«Confermando l’ambizione di unire avanguardia e tradizione, Palazzo Strozzi propone un progetto unico nel panorama culturale italiano – spiega il direttore generale Arturo Galansino -. Si tratta di una delle prime e più importanti mostre dedicate agli NFT realizzate da una istituzione culturale e punta ad avvicinare il grande pubblico a opere e temi che stanno trasformando il nostro rapporto con l’arte e con il mondo digitale». E la sfida, a Firenze, va avanti: il sindaco, Dario Nardella, ha annunciato l’intenzione di creare in città la prima galleria/laboratorio dedicata agli NFT.