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Home > Toscana > A Firenze la prima mostra dedicata agli Nft

A Firenze la prima mostra dedicata agli Nft

Debutta in Italia a Palazzo Strozzi, che ospiterà l’esposizione «Let’s go digital!», interamente dedicata ai token non riproducibili

Lisa Ciardi
17 Giugno 2022
Alcuni degli Nft esposti sono stati posizionati anche nel cortile di Palazzo Strozzi

Alcuni degli Nft esposti sono stati posizionati anche nel cortile di Palazzo Strozzi

Firenze – È la prima mostra in Italia organizzata da un’istituzione tradizionale per dare spazio agli NFT e alle nuove frontiere dell’arte e della realtà digitale. S’intitola «Let’s Get Digital!» ed è in corso fino al 31 luglio negli spazi della Strozzina e nel cortile di Palazzo Strozzi (che ospita nelle sale principali la mostra-evento dedicata a Donatello).

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«Let’s Get Digital!» permette così di ammirare le opere di artisti internazionali come Refik Anadol, Anyma, Daniel Arsham, Krista Kim, Andrés Reisinger e Beeple, noto fra l’altro per la vendita da record (69,3 milioni di dollari) dell’opera «Everydays: the first 500 days». Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Hillary Merkus Recordati, l’esposizione è curata da Arturo Galansino, direttore generale delle Fondazione, e da Serena Tabacchi direttrice del MoCDA, il Museo d’arte digitale contemporanea.

Ma cosa significa NFT? Si tratta dell’acronimo per «Non fungible token» (gettone non fungibile) e indica l’atto di proprietà e il certificato di autenticità di un oggetto digitale, scritto su blockchain. Per spiegare il concetto di «fungibilità» si può ricorrere al paragone con una moneta: questa è sia originale che fungibile, ovvero interscambiabile con qualsiasi altra di uguale valore. Gli NFT indicano invece opere (ma anche tweet, figurinae digitali, illustrazioni, video o brani) non solo originali, ma anche non interscambiabili.

Quando un contenuto digitale viene certificato (in gergo mintato) attraverso la blockchain, diventa non modificabile, viene crittografato e registrato in un archivio che garantisce la visualizzazione a tutti ma il possesso a un singolo individuo. Gli NFT popolano i metaversi, mondi paralleli virtuali, e sono stati spesso venduti a cifre record. Ora, la sfida è capire se si tratti di una ‘bolla’ o di una forma d’arte destinata a durare. E la mostra fiorentina approfondisce anche questo aspetto, in un viaggio che parte dall’installazione site specific di Refik Anadol (Turchia), in cui gli algoritmi dell’intelligenza artificiale creano visioni illusionistiche, e prosegue nella Strozzina, fra opere e installazioni immersive.

Protagonisti sono Beeple (Mike Winkelmann, Usa), con iconiche opere fra politica, cultura pop e riferimenti all’attualità; Daniel Arsham (Usa), con una riflessione sull’idea di scultura attraverso loop temporali; Krista Kim (Canada) in un mondo di geometrie e riflessi impossibili; Andrés Reisinger (Argentina) con l’opera Arcadia, realizzata con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC, sulle routine quotidiane; il collettivo Anyma (Matteo Millari e Alessio De Vecchi, Italia) in un’intersezione tra musica e visual performance.

«Confermando l’ambizione di unire avanguardia e tradizione, Palazzo Strozzi propone un progetto unico nel panorama culturale italiano – spiega il direttore generale Arturo Galansino -. Si tratta di una delle prime e più importanti mostre dedicate agli NFT realizzate da una istituzione culturale e punta ad avvicinare il grande pubblico a opere e temi che stanno trasformando il nostro rapporto con l’arte e con il mondo digitale». E la sfida, a Firenze, va avanti: il sindaco, Dario Nardella, ha annunciato l’intenzione di creare in città la prima galleria/laboratorio dedicata agli NFT.

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