Empolese Valdelsa – Smart city è un concetto interdisciplinare, che va dalla sostenibilità ed efficienza energetica, alla condivisione dei mezzi di trasporto, passando per le politiche di inclusione sociale, ma che non può prescindere dai progetti di digitalizzazione della pubblica amministrazione.
I grandi Comuni capoluogo hanno avviato da tempo il loro percorso di disegno di una città intelligente. Il concetto di citizencentered, il cittadino al centro del disegno progettuale dei servizi della pubblica amministrazione, si sta diffondendo anche nelle realtà più piccole. L’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa sta cercando di mettersi al passo coi tempi, snellendo i servizi, accorciando iter e procedure, creando sportelli on line per saltare inulti code e perdite di tempo, tendendo comunque presente di una generazione (quella dei non nativi digitali) che continua ad avere difficoltà con questi nuovi linguaggi.
Con il presidente dell’Unione e sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, abbiamo fatto il punto sull’‘agilità’ della pubblica amministrazione locale.
Quanto è smart la pubblicazione amministrazione dei singoli Comuni e dell’ente Unione dei Comuni?
«E’ ancora lontana dagli standard che vorremmo. Sicuramente, però, abbiamo avuto dei miglioramenti negli ultimi periodi».
I siti internet di diversi Comuni sono stati rinnovati e si mostrano con una veste grafica uguale. È una precisa volontà delle amministrazioni dare una omogeneità digitale?
«Sì, c’è stato un tentativo di lavorare sul tavolo della delega che ha il sindaco Paolo Campinoti, quella dell’innovazione digitale, per cercare di rendere omogenei alcuni servizi che i Comuni danno a livello d’Unione».
Utilizzo dei «social» nelle pubbliche amministrazioni: sindaci e assessori si dimostrano molto attivi. Non crede che anche i profili istituzionali dovrebbero essere più smart?
«Sì, anche le pubbliche amministrazioni dovrebbero avere dei profili social più smart, ma in questo caso dipende da chi se ne occupa. Non sempre è facile trovare risorse umane sufficienti per gestire in maniera smart i profili delle amministrazioni».
Digitalizzazione: cosa è stato fatto per i servizi al cittadino e dove si può migliorare?
«Molto è stato fatto: dai servizi come Pago Pa, fino ad arrivare alle funzioni più pregiate del Suap e del Sit. Ovviamente si può fare ancora molto, soprattutto nell’integrazione dei servizi e banche dati che sono di pertinenza di enti diversi. Rendere utilizzabili in modo integrato questi servizi e piattaforme può migliorare di tanto quei tempi che la burocrazia ha e che sono odiosi sia per le famiglie, sia per i singoli cittadini che per le imprese».
L’Italia è indietro rispetto all’Europa. Il nostro paese è tra i fanalini di coda nella digitalizzazione
La digitalizzazione, si sa, è un tasto dolente per l’Italia: anche nel 2021 il Belpaese si confermava tra i fanalini di coda europei nell’ambito della relazione Desi della Commissione Europea. Una delle principali spine nel fianco del sistema italiano è la carenza in termini di competenze digitali: è proprio questa «immaturità digitale» alla base del modesto utilizzo dei servizi online.