Volterra – La rigenerazione umana come immanenza e non trascendenza. In un affresco umano dove la cultura è divenuta elemento fondante per sedimentare la centralità delle spinte dal basso, una sacca di rapporti e interazioni in cui la comunità si è sentita fin dal primo germoglio partecipe di un processo armonico con l’amministrazione comunale incentrato sulle capacità di rigenerare, partendo dal proprio capitale storico, umano.
E’ Volterra, è la prima Città Toscana della Cultura 2022 in cui il processo attivo dei cittadini ha forgiato il dossier di candidatura a capitale italiana della cultura 2022, sogno sfumato ma rinvigorito da una forza collettiva: la cultura come rivoluzione copernicana che irrompe come laboratorio di innovazione puntando sul suo enorme capitale umano, innescando un grande processo partecipativo di valorizzazione e promozione dell’esistente, mettendolo in contatto con l’innovazione e il futuro per creare una grande rete che si estende a tutto il territorio e all’intera Toscana.
Sono 300 gli eventi in programma per ‘Volterra22’, che si è schiusa con Vinicio Capossela lo scorso primo aprile con un evento cucito addosso alla città, alle eliche del suo Dna: l’ex manicomio, inteso come patrimonio di una memoria collettiva, il carcere con i detenuti- attori della Compagnia della Fortezza del regista Armando Punzo, esempio a livello internazionale di un’utopia divenuta realtà attraverso un incubatore creativo fra le mura del Maschio che ogni anno apre un nuovo seme.
E poi l’esperimento di Mariangela Capossela, artista concettuale e sorella del cantautore Vinicio, che ha ricostruito parola per parola le lettere, mai arrivate a destinazione, degli internati dell’ex ospedale psichiatrico raccolte nel volume ‘Corrispondenze Negate’, inviandole a cittadini di tutta Italia in un cammino sulla via della memoria per ricucire quell’epistolario della ‘cittadella dei folli’ mai giunto a destinazione.
L’artista ha ritrascritto a mano le lettere impresse nel libro, 365 in tutto, dal primo Novecento fino alla metà degli anni ‘70, inviate a cittadini di tutto il Paese in cui si chiede ai destinatari di rispondere così da risanare quella corrispondenza interrotta fra l’internato nel manicomio e il mondo che aveva lasciato fuori. L’artista lavorerà nella prima metà di giugno sulle storie e sulle persone che hanno vissuto nell’ex ospedale psichiatrico per realizzare una performance collettiva in autunno, con il coinvolgimento dei cittadini, sulle 365 lettere scritte dai pazienti dell’ospedale e mai recapitate.
E ‘Volterra22’ è un fluire continuo di rette che si intersecano: vedi il celebre poeta Franco Arminio che, attraverso un processo di partecipazione collettiva, la scorsa settimana ha scritto il suo ‘Diario da Volterra’, un viaggio nell’anima della città attraverso incontri con le scuole, cittadini, cuochi, artisti, poeti, imprenditori per chiosare con un ‘canzoniere di comunità’ a partire dalle storie dei bordi della città. Un lavoro intenso sulla comunità di Volterra che trova spunto dalle sue radici, costruito su dialoghi intessuti con il territorio con un apice traslato in un prodotto multimediale, un video distillato del percorso del poeta Arminio nel ventre della città per gettare le basi per nuove riflessioni sul ‘laboratorio Volterra’ e sulle trame del percorso di rigenerazione umana partito dalla città.
Il diario collettivo del poeta Arminio
Il celebre poeta Franco Arminio, attraverso un processo di partecipazione collettiva ha scritto il suo ‘Diario da Volterra’, un viaggio nell’anima della città attraverso incontri con le scuole, cittadini, cuochi, artisti, poeti e imprenditori.