Pisa – Mobilità a basso impatto ambientale, soluzioni di sharing per tutti i gusti e un modello più efficiente e moderno per garantire gli spostamenti urbani come accade nel Nord Europa. È la visione di Smart mobility sta perseguendo il Comune di Pisa. Ne parliamo con Andrea Bottone, amministratore unico di Pisamo, la società municipalizzata che si occupa della mobilità cittadina.
La transizione ecologica passa anche da un nuovo modello di mobilità urbana: Pisa in quale direzione sta andando?
«Da tempo cerchiamo di avvicinarsi ai modelli nord europei, caratterizzati da poche macchine e molti mezzi green (biciclette e monopattini), con una presenza imponente di mezzi elettrici. L’idea è quella di creare infrastrutture ulteriori e migliorare quelle attuali per rendere quanto più possibile agibile la città con mezzi green. Quando sono entrato in Pisamo, nel 2018, ho trovato circa 120 biciclette tradizionali in sharing, oggi ne abbiamo 900 bici tra pedalata assistita e muscolari oltre a 600 monopattini. Abbiamo decuplicato la flotta dello sharing comunale, senza impattare sui costi del Comune, perché finora monopattini e bici muscolari ed elettriche sono a costo zero».
Monopattini elettrici, bici a pedalata assistita, ciclabili sono già realtà: che altro serve per un ulteriore salto di qualità?
«Innanzitutto continuare con vigore nella direzione intrapresa. Come municipalizzata, stiamo lavorando ad un regolamento da far passare in consiglio comunale sia per quanto riguarda i monopattini che la bicicletta assistita che preluderà a un Global service della mobilità sostenibile. L’idea è di fare una procedura che assegni a un paio di operatori la possibilità di fare contestualmente bici e monopattini. L’obiettivo molto ambizioso è fornire un armamentario di mezzi green di tutti i tipi a costo zero per il Comune e Pisamo».
Tra gli obiettivi di Pisamo e Comune per una mobilità sempre più sostenibile c’è anche l’entrata in funzione di una flotta di scooter elettrici: a che punto è questo progetto?
«Gli scooter elettrici, inizialmente, potrebbero figurare come migliorie per i partecipanti alla gara del Global Service della Mobilità del 2023, e così le cargo-bike per il trasporto dei più piccoli. Ritengo che uno sharing di scooter elettrici possa avere un pieno senso con la collaborazione dei comuni contigui della provincia di Pisa, e delle città limitrofe. È un’ipotesi ancora allo studio».
Pisa deve fare i conti con decine di migliaia di persone che quotidianamente la frequentano per studio o lavoro: servono navette e parcheggi scambiatori efficienti. Come se la immagina la città del 2030?
«Immagino una città come Bilbao o Zurigo, in cui la parte intramuraria sia completamente pedonalizzata, con parcheggi scambiatori in zone periferiche, e mezzi elettrici per arrivare in città. Le macchine, una vera eccezione, solo per situazioni di reali necessità (disabili o cittadini con difficoltà di deambulazione). Il centro tutto zona 20 e zona 30».
È sufficiente la dotazione di colonnine di ricarica per auto elettriche? Come si fa ad aumentarla per intercettare una domanda in crescita?
«No ma è un inizio di cambiamento copernicano. Ci dobbiamo aprire ai vari operatori creando una rete di colonnine di ricarica. E quindi fare una moral suasion sul Governo perché metta in pratica una politica di incentivo all’acquisto di mezzi elettrici, dando la possibilità solo a chi li possiede di poter accedere nei centro città. Oltre alle detrazioni del caso. Come fa Oslo da anni. Ci avvicineremo gradualmente a questo, e il successo nell’esperimento della chiusura di ponte du Mezzi e dei lungarni delle scorse settimane, con il car free day, ci ha fornito un feedback importante».