Città della Pieve (Perugia) – L’applicazione dell’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione del sistema salute, in termini sia organizzativi sia assistenziali, rivelandosi un supporto prezioso per i professionisti della sanità nelle analisi diagnostiche e nelle decisioni cliniche.
Per condividere e approfondire le applicazioni dell’intelligenza artificiale in ambito medico e diagnostico, il gruppo regionale Aifm (Associazione Italiana Fisica Medica) Umbria, il dipartimento dei Servizi e del SITRO (Servizio tecnico sanitario dell’Usl Umbria 1 e la Scuola Umbra di amministrazione pubblica) hanno organizzato una giornata studio, che si è svolta nei giorni scorsi nella Chiesa Sant’Agostino di Città della Pieve.
L’evento formativo (“Dall’Intelligenza artificiale alla medicina predittiva e di precisione quali sviluppi in sanità”) è stato dedicato a Fausto Chionne, responsabile del servizio di Fisica Medica dell’Usl Umbria 1, scomparso prematuramente lo scorso autunno. «Innegabile l’importanza dell’intelligenza artificiale – ha detto il direttore generale dell’Usl Umbria 1 Massimo Braganti – nel futuro della sanità. Si tratta di un supporto prezioso per il professionista sanitario che ha già iniziato a portare i primi vantaggi. Il nostro obiettivo è di arrivare a dotare di certe tecnologie avanzate anche i medici di medicina per migliorare l’assistenza ai cittadini. Starà a noi indirizzare correttamente le risorse ridotte di cui disponiamo per vincere questa scommessa».
Luca Bernardi, delegato del direttivo nazionale di Aifm, ha sottolineato l’importanza di offrire un «aiuto concreto ai colleghi che devono essere nelle condizioni di sfruttare al meglio questo tipo di tecnologia avanzata». Dopo una panoramica sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale in Diagnostica per Immagini, Medicina Nucleare, Radioterapia e Fisica Medica, gli interventi alla tavola rotonda hanno offerto interessanti spunti di riflessione. Valter Papa, direttore del dipartimento dei servizi dell’Usl Umbria 1, ha parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulla pratica clinica.
«È già presente da moltissimi anni – ha spiegato –. Oggi, che se ne parla nelle applicazioni mediche, viene percepita appieno. In medicina, e più specificamente in medicina diagnostica, l’intelligenza artificiale agisce a due livelli. Il primo in fase di acquisizione con l’industria che produce apparecchiature diagnostiche, in particolare la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, ed utilizza algoritmi e reti neurali per aumentare il potere di risoluzione temporale delle macchine. Nel secondo livello va a supportare il medico nella refertazione e lo può fare in due modi: organizzativo e decisionale. La sfida del radiologo sarà quella di dominare il processo e non farsi dominare da questo».
«In medicina clinica – ha quindi spiegato il professor Giuseppe Ambrosio, direttore della cattedra ospedaliero-universitaria di Cardiologia di Perugia – le attuali metodiche di intelligenza artificiale possono offrire un sostanziale aiuto per l’analisi non soltanto delle immagini diagnostiche, ma anche delle interazioni fisopatologiche particolarmente complesse, dove la mente umana non può giungere o comunque non in tempi ragionevolmente rapidi, e per elaborare terapie personalizzate. Ma più che nella quotidianità, oggi l’intelligenza artificiale si rivela importante per facilitare le diagnosi e l’assistenza in condizioni particolari come catastrofi e altre maxi emergenze, in assenza di sanitari o sanitari esperti».
Sulle strategie di gestione del cambiamento e sui ruoli chiave per introdurre l’Intelligenza Artificiale nelle organizzazioni sanitarie è intervenuto Giancarlo Bizzarri, amministratore unico di PuntoZero Scarl: «Le strategie per la gestione del cambiamento potrebbero essere delle azioni sistemiche per prevedere queste progettualità nel PSR e nei progetti del PNRR».