Ponte San Giovanni (Perugia) – Parole d’ordine, contemporaneità e qualità abitativa. C’è già chi l’ha ribattezzato il quartiere del futuro, con quel mix di accorgimenti che spaziano dallo smart, al sociale, passando per il salubre, il sostenibile e lo sperimentale. Parliamo dell’area ex Palazzetti a Ponte san Giovanni, ridisegnata dal progetto promosso dal Comune di Perugia nell’ambito del bando Pinqua (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare) e redatto da due équipe dell’Università di Perugia che hanno lavorato in sinergia con l’ufficio tecnico del Municipio, sotto la supervisione dell’assessore comunale all’urbanistica, Margherita Scoccia.
«Il domani sostenibile di Ponte San Giovanni – dice Scoccia – parte proprio da questo progetto architettonico che vede al lavoro una équipe del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale coordinata dai professori Paolo Belardi e Valeria Menchetelli, mentre il progetto energetico è stato redatto dal team del Dipartimento di Ingegneria coordinata dai professori Franco Cotana e Anna Laura Pisello ». Come spiega il professor Belardi «la riqualificazione dell’area ex Palazzetti, eleggendo a strumenti compositivi due tipologie d’intervento che in genere sono demonizzate quali la demolizione e la superfetazione, è fondato su cinque azioni volte a garantire il conferimento al nuovo complesso multifunzionale di cinque aggettivi: sostenibile, sociale, smart, sperimentale, salubre. Dai cinque aggettivi arriva il motto: PS5G».
L’assessore scoccia traduce il “motto“. «Per “salubre“, intendiamo eleggere la componente vegetale a materiale edilizio: sia disponendo il verde in senso orizzontale, per garantire un sistema diffuso di piccoli giardini (tanto a livello terreno quanto a livello delle coperture), sia disponendo il verde in senso verticale, per schermare lo scheletro dell’edificio “D” migliorando le condizioni ambientali delle attività sociali ivi previste. La piazza, completamente pedonale, avvolge gli edifici ed è attraversata da un percorso ciclabile, mentre il primo livello del parcheggio sotterraneo è destinato in parte a posti auto pubblici, in parte a posti auto privati e in parte a stazione di ricarica per autovetture elettriche».
Il quarto punto, lo “sperimentale“ prevede «l’inserimento di innesti autonomi. Nell’edificio “A” – aggiunge il professor Belardi – è prevista l’addizione virale di superfetazioni leggere in carpenteria lignea volte a garantire l’attrattività delle unità abitative: 4 ville-attico, molti bow-window aggettanti. L’edificio “D” è previsto attrezzato con arredi e/o moduli abitativi di recupero, capaci di garantire un’immagine multiforme e variabile. Il giardino ricavato nell’impronta dell’edificio “C” è attrezzato con alcuni container di recupero volti a ospitare una succursale del parco archeologico “Volumni” riservata alle attività laboratoriali scolastiche».
Terzo aggettivo “smart“, che significa dotazione di spazi multifunzionali con aree fitness, per lo smart working, giardino sensoriale e un asilo nido. Importante anche l’aspetto “sociale“ del complesso edilizio. Dunque via agli spazi collettivi. «Al di là delle ampie aree pedonali e delle stazioni di bike-sharing previste a livello terreno – chiariscono i progettisti – i sei livelli dell’edificio “D” sono previsti svuotati perimetralmente in modo da diventare altrettante piazze coperte capaci di ospitare un mix di attività culturali e ricreative volte a favorire l’integrazione sociale e generazionale: dalle serre al mercato ortofrutticolo, dal pub ai box dedicati alle prove delle band e dei dee-jay».