Bologna – La velocità di diffusione delle tecnologie digitali – e la loro continua evoluzione – rischiano di tracciare un solco sempre più ampio fra chi le utilizza e chi ne rimane tagliato fuori. Creando un gap che porta a nuove diseguaglianze sociali.
È il digital divide, il divario digitale, che può derivare da ragioni tecnologiche, educativo-didattiche ed economiche. “A Bologna – commenta Massimo Bugani, assessore comunale all’agenda digitale – stiamo studiando le migliori soluzioni per colmare questo divario che tiene lontana una ampia fascia della cittadinanza dall’innovazione tecnologica e dall’accesso ad alcuni servizi”. Per esempio, il fascicolo sanitario elettronico, cui si accede solo attraverso lo Spid.
Intanto, dal 6 aprile, il Comune ha aperto un tavolo permanente sul digital divide, cui partecipano tutti gli enti e le associazioni del territorio. Primo obiettivo, colmare il divario tecnologico grazie a un’alfabetizzazione informatica che non lasci indietro nessuno, a cominciare dagli anziani over 65 e dalle donne. Secondo alcuni sondaggi specifici, infatti, afferma l’assessore, “la parte femminile è esclusa di più” dalle tecnologie digitali.
Si tratta di un passo necessario, in una città in cui “abbiamo un progetto su basi solide” in tema di servizi digitali. “Daremo ai cittadini servizi basati sulle loro esigenze — afferma il sindaco Matteo Lepore – e questo ci permetterà di personalizzare la loro esperienza. Le persone potranno trovare sul loro cellulare o sul computer tutto quello che farà l’amministrazione”.
Bugani sottolinea quindi il via libera del governo ai progetti per il Servizio Civile Digitale, per il quale il ministero per le Politiche giovanili ha stanziato fondi del Pnrr.
In pratica, si tratta di ‘arruolare’ giovani che, tramite il servizio civile, mettono a disposizione il proprio tempo per aiutare coloro che non sono nativi digitali a utilizzare dispositivi elettronici, piattaforme online e portali amministrativi.
Il Comune ha partecipato al bando ministeriale. Dovrebbe arrivare sotto le Due Torri una ventina di giovani che affiancheranno cittadini in difficoltà con le tecnologie.
Come spiegato dalla ministra Fabiana Dadone, “si tratta di un primo grande passo per ridurre il digital divide e proiettarci verso un futuro in cui tutti saranno in grado di svolgere le operazioni che semplificano la vita quotidiana e il rapporto con le istituzioni”.