Ferrara – All’inizio della pandemia le imprese hanno puntato soprattutto sul cloud, per sostenere il lavoro dei dipendenti in smart working, e sui pagamenti elettronici per soddisfare la domanda crescente dei consumatori confinati nelle mura domestiche. Progressivamente, però, hanno volto l’attenzione alla cybersecurity, investimento che si sta rivelando quanto mai strategico nel contesto attuale.
A mostrarlo è il punto impresa Digitale della Camera di commercio sulla base dei dati dell’Osservatorio nazionale PidOsserva promosso da Unioncamere e Dintec.
Tra le tecnologie abilitanti per restare operativi, anche da remoto, adottate dalle imprese, la più diffusa è stata quella relativa ai “pagamenti mobili attraverso internet” (utilizzata oggi da più del 40% delle aziende; al secondo posto segue il Cloud (36%) e al terzo posto la cybersecurity, che cresce progressivamente di importanza (poco più del 30% degli utilizzi). Rispetto al 2018, le imprese ferraresi che utilizzano il Cloud e i pagamenti elettronici sono aumentate di 8 punti percentuali, quelle che si avvalgono di strumenti di cybersecurity e che hanno avviato un e-commerce di 9 punti.
Di sicuro – evidenzia la Camera di commercio – gli eventi di questi ultimi due anni hanno impresso una forte accelerazione ai processi di digitalizzazione delle Pmi e i risultati cominciano a vedersi: i più abili con le nuove tecnologie sono aumentati di oltre 7 punti percentuali, mentre coloro che hanno digitalizzato buona parte dei processi sono aumentati di 9 punti percentuali. Il problema, però, è che, pur diminuendo, resta comunque elevata la quota di imprese ancora poco avvezza al digitale.
Gli Esordienti, che hanno una gestione tradizionale dei processi aziendali, e gli Apprendisti, che utilizzano solo strumenti digitali di base, sono oggi, nella nostra provincia, circa il 45% rispetto ad oltre il 60% del 2018. «La pandemia, con le restrizioni che ne sono derivate, ha accelerato la corsa degli imprenditori all’utilizzo del digitale». Così Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio, che ha aggiunto: «Sebbene sia cresciuto il livello di maturità digitale delle nostre imprese (+9% rispetto al periodo pre-Covid), è ancora marcata la distanza tra le piccole e le medie imprese.
Un gap, che dovrà essere ridotto anche grazie ai progetti del Pnrr. Anche per questo – ha concluso Govoni – abbiamo voluto assicurare le risorse necessarie a chi – soprattutto giovani – non ha mollato ma, anzi, si è rinnovato, ha introdotto tecnologie nuove, ha investito per sostenere la propria presenza sul mercato». Tornando all’indagine della Camera di commercio, la crescita della maturità digitale in questi anni è stata più consistente tra le imprese dei servizi e della manifattura rispetto a quelle agricole, tra le attività di medie e piccole dimensioni rispetto alle imprese micro e tra quelle che operano all’interno di una filiera (B2B) rispetto a quelle che hanno rapporti con il cliente finale e sul mercato (B2C).