Bologna-Barcellona, un gemello digitale per le due città. Fra i sindaci delle due città – Matteo Lepore e Ada Colau – è stato firmato un accordo strategico su digitale, scienza, transizione ecologica, inclusione sociale e democrazia. “Insieme – commenta Lepore – porteremo avanti progetti importanti per la transizione ecologica, l’inclusione sociale dei nostri cittadini e la democrazia”.
L’accordo nasce per rafforzare il dialogo tra le due città e tra le comunità che le abitano, sulla base di processi partecipativi, e per rafforzare la collaborazione esistente a favore di politiche urbane prioritarie condivise.
Tra queste, di particolare rilievo sono quelle legate allo sviluppo digitale, con la promozione di politiche per una transizione digitale equa, promozione dell’inclusione digitale, l’uso etico e responsabile dell’intelligenza artificiale, il rispetto dei diritti digitali e la promozione dell’uso pubblico e cittadino degli open e big data.
Importante è anche il tema del miglioramento delle politiche pubbliche attraverso i ‘gemelli digitali’. Si tratta, spiega Lepore, “di un modello digitale della città, una sorta di gemello virtuale, una riproduzione il più fedele possibile in stile Second Life, da sfruttare per sviluppare modelli predittivi attraverso i big data.
Il gemello digitale – che a Singapore utilizzano già da qualche anno – può aiutare a orientare le politiche, soprattutto in termini ambientali. “In Asia hanno realizzato un’associazione delle nazioni del sud-est asiatico, dove città hanno cominciato a scambiarsi tra loro i dati”, spiega il sindaco.
Bologna e Barcellona hanno deciso di “rafforzare l’alleanza sul tema del calcolo e del gemello digitale, realizzando insieme un ‘gemello digitale delle due città, che sarà finanziato da fondi europei”.
La nostra città mette sul piatto il supercomputer ospitato al Tecnopolo, in grado di raccogliere da solo il 90% della capacità di calcolo italiana e il 70% di quella europea. Barcellona contribuirà con il proprio supercalcolatore. Muove così i primi passi un partenariato strategico fra le due città, “che permetterà a Bologna e Barcellona di avere il secondo computer più grande d’Europa per capacità di calcolo“, afferma ancora Lepore. Nel progetto saranno coinvolte anche l’Università, la Regione e le imprese del territorio. La sfida vera sarà quella di far sì che questi supercomputer portino una ricaduta concreta anche sulla città.
“Sarà quindi una grande opportunità di crescita e una grande sfida per affrontare l’impatto del calcolo e dell’intelligenza artificiale applicati a tanti settori come quello della sanità, i temi ambientali e la mobilità urbana. Con questa grande capacità di calcolo – commenta il sindaco – miglioreremo le politiche di questi e di altri settori”.
L’Unibo parteciperà al progetto condividendo un primo fondamentale obiettivo: impostare e creare un nuovo ecosistema dei dati della città basato sul riconoscimento del valore pubblico, etico, politico, sociale ed economico dei dati, ambientali e urbani, di qualsiasi natura. Di fondamentale importanza sarà rendere disponibili i dati della città ai molteplici stakeholder interagenti sul territorio tramite un chiaro modello di condivisione dei dati partecipativo e democratico.
L’Alma Mater, spiega Rebecca Montanari, prorettrice per la Trasformazione digitale, “metterà a disposizione le sue competenze multidisciplinari e le ampie esperienze di ricerca su Digital Twin in progetti finanziati, partecipando con tutti gli enti promotori al coordinamento e al posizionamento regionale, nazionale e internazionale del progetto, attraverso politiche di attrazione di fondi regionali, nazionali ed europei”.