Rimini – Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera, guarda per un attimo indietro. “È stata un’operazione complessa, chiusa con la soddisfazione di tutti”. Chiusa con un matrimonio: quello tra la multiutility e la Acr di Reggiani Albertino, una delle maggiori realtà italiane nel settore delle bonifiche, nel trattamento di rifiuti industriali e nei lavori civili legati all’oil&gas, con sede principale a Mirandola (Modena).
Il Gruppo Hera, tramite la controllata Herambiente Servizi Industriali (Hasi), ha sottoscritto un accordo vincolante per una partnership di lungo termine che prevede l’acquisizione del 60% della società emiliana guidata dai fratelli Alberto e Claudio Reggiani. L’operazione è stata presentata a Ecomondo, in corso nei padiglioni della Fiera di Rimini, e dà vita al primo operatore nazionale nelle attività di bonifica e global service, con una presenza in tutta la penisola italiana. L’intesa, come sottolineato da Tommasi di Vignano, fa sì che ci sia “un interlocutore unico in un mercato, quello ambientale, che è ancora troppo frammentato.
L’obiettivo è da un lato incrementare l’attività di bonifica, dall’altro ampliare la nostra presenza nel territorio nazionale”. “Crediamo in quest’operazione a tal punto che abbiamo deciso di dare vita a un vero e proprio matrimonio, quello tra Acr e Hera” osservano i fratelli Reggiani.
“Con questa partnership – aggiunge Andrea Ramonda, amministratore delegato di Herambiente, ricordando come negli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu ci sia anche il ripristino dei suoli contaminati – andiamo più a fondo nel mercato della gestione delle bonifiche”.
Hera rafforza il proprio primato nel settore ambiente, grazie a un centinaio di impianti di proprietà certificati e all’avanguardia, Acr dà corso al proprio piano strategico. Attraverso la controllata Hasi, la multiutility conta oggi su 18 siti polifunzionali dedicati al trattamento dei rifiuti prodotti dalle aziende e tratta ogni anno 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti industriali. Nel 2021 Acr ha sviluppato ricavi per circa 110 milioni di euro e un margine operativo lordo di circa 17 milioni nei settori oggetto dell’operazione.
L’attuale proprietà dell’azienda modenese (famiglia Reggiani) rimarrà all’interno della nuova compagine societaria con il 40%. Verrà sottoscritto un patto parasociale che prevederà un consiglio di amministrazione della nuova Acr composto da 5 membri, di cui 3 nominati dal Gruppo Hera e 2 dalla famiglia Reggiani, con la designazione di Alberto e Claudio Reggiani come amministratori delegati.
“Con questa nuova acquisizione – osserva Tommasi di Vignano – mettiamo a sistema i punti di forza di due primarie realtà che, insieme, si completano sinergicamente per rispondere in maniera sempre più capillare alle esigenze delle aziende, in particolare quelle con grandi stabilimenti industriali dove è necessario trattare anche complesse tipologie di rifiuti, sia solidi che liquidi”.
L’operazione sarà completata entro il 31 marzo 2023. “Entrare a far parte di una realtà come il Gruppo Hera, così grande e solida finanziariamente, ben radicata sul territorio e con ampie specializzazioni, ci permetterà di allargare i nostri orizzonti e arricchire le attività del settore ambientale” dicono i fratelli Reggiani.
Al salone della green economy, Hera ha presentato anche i dati relativi alla sua attività: nel 2021 il gruppo ha avviato a recupero il 91% della raccolta differenziata, 84% riciclato e 7% convertito in energia, alimentando un’economia circolare che impiega 18.000 lavoratori e vale 16 miliardi di euro. In particolare la differenziata nel territorio servito è al 63,5%, grazie a 61 impianti che ricevono i materiali raccolti e a 164 impianti che li riportano nel ciclo produttivo, 136 dei quali dedicati al riciclo di materia.