Rimini – L’innovazione non può riguardare solo le città della costa. Ma la trasformazione in smart cities, anzi in smart valley, di Valconca e Valmarecchia, è ancora lontana.
Presidente Santi, a che punto siamo?
“Devo ammettere che siamo un po’ in ritardo – dice Riziero Santi, presidente della Provincia di Rimini e sindaco di Gemmano – Diciamo che siamo in partenza ora, con le opzioni che ci vengono date dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
E’ una questione di risorse?
“I soldi ci sono, un milione di euro per la Valconca, e la stessa cifra è stata stanziata per la Valmarecchia”.
Qual è il problema allora?
“È necessaria una progettazione unica, occorre uniformare i vari interventi, con una linea guida centrale. Non ha molto senso, a mio avviso che lo Stato finanzi progetti dei singoli Comuni senza realizzare prima server unici nazionali per i servizi informatici, che saranno sempre più importanti”.
Andiamo nel dettaglio. Quali, secondo lei, sono gli ostacoli principali sulla via delle smart valley?
“Ci troviamo di fronte a tre ordini di problemi”.
Ovvero?
“Il primo riguarda l’infrastrutturazione del territorio, a cominciare dalla fibra ottica. Su questo è iniziato un lavoro importante, che però non è ancora stato completato. E il completamento di questo fondamentale intervento è entrato in difficoltà con la crisi di governo. A oggi il settore è una sorta di giungla, a livello nazionale. Per questo, ripeto, è necessario uniformare gli interventi”.
Può farci un esempio concreto?”
“A Gemmano non siamo all’anno zero. Abbiamo cablato da un anno a questa parte circa il 60% del territorio, con 500 mega di velocità, un dato assolutamente rilevante. Però a macchia di leopardo, con opere ancora da completare. Ci sono aziende che possono fare agevolmente lavoro a distanza, altre no”.
Veniamo alla seconda questione.
“Vanno implementati i servizi dei Comuni. Torno con un altro esempo di Gemmano: il Comune ha vinto un bando per 100mila euro, ma se non dialoga digitalmente con quelli vicini e non, se manca un server unico, se mancano applicativi unici per far dialogare le varie pratiche, non funziona. Al contrario, si possono avere benefici straordinari, con Spid, anagrafe nazionale, le carte d’identità elettroniche, i pagamenti on line e così via. Dobbiamo rispondere ai cittadini con un clic”.
L’ultimo problema da risolvere?
“Gli utenti, cioè i cittadini, che devono formarsi e attrezzarsi. In troppi non hanno cognizioni. Non basta saper utilizzare Facebook, serve un’alfabetizzazione digitale. E lo stesso vale per le aziende”.