Ferrara – Il progetto ‘Air Break’ è sotto esame. Nulla di preoccupante. Anzi, si potrebbe quasi definire normale amministrazione. In questi giorni, infatti, nella nostra città è arrivato Pietro Verga, un dipendente del programma europeo Uia (Urban Innovative Actions) incaricato dalla Commissione europea di verificare lo stato di avanzamento dei progetti e delle iniziative legate, per l’appunto, ad ‘Air Break’. E, a Ferrara, le azioni messe in campo dall’amministrazione Fabbri in questi ultimi mesi sono state diverse. Ma andiamo con ordine.
Verga, laureato in architettura ed esperto internazionale dello sviluppo sostenibile, ha già lavorato in Romania, Germania, Belgio e Stati Uniti: «Ora è tornato a Ferrara, dove era già stato alcuni mesi fa, per valutare l’avanzamento dei progetti legati ad Air Break – precisa Alessandro Balboni, assessore all’Ambiente –, ma non solo: è qui anche per aiutarci a trasferire le nostre pratiche virtuose in altre città europee». In buona sostanza, oltre a giudicare ciò che viene fatto periodicamente nel nostro territorio, Verga è chiamato anche a evidenziare le azioni che, potenzialmente, potrebbero essere riproposte in altre località del Vecchio continente.
Spetta a lui, in soldoni, suggerire eventualmente ad altre città che Ferrara può rappresentare un modello esportabile. Per farlo, come detto, sta attuando vari sopralluoghi nelle aree cittadine interessate dal progetto europeo ‘Air Break’: «Sei mesi fa – prosegue l’assessore Balboni – venne per capire come iniziava il percorso, ora invece valuterà il progresso». Al momento, però, non è possibile comprendere se il giudizio sarà positivo o meno. Ma lo stesso assessore all’Ambiente è ottimista: «Abbiamo ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, nonché pubblicazioni su riviste specializzate – aggiunge – e questo è già motivo di grande soddisfazione, ma ovviamente non vogliamo fermarci qui».
Al momento, però, cosa è stato fatto di concreto? Già molto, verrebbe da dire, ma tanto altro sarà portato avanti nel prossimo futuro. Ciò che va ricordato è che ‘Air Break’ non è sinonimo solo di piantumazione di alberi (con relativa formazione e informazione verso le nuove generazioni), ma riguarda anche il controllo dell’inquinamento e della qualità dell’aria, oltre al tracciamento delle abitudini dei cittadini. Alcuni esempi concreti. Negli ultimi mesi – tra via Eridano, via Bologna, le Mura, via Modena (località Cassana), via Michelini e via Marconi – sono stati messi a terra circa duemila esemplari di alberi e piante. Una svolta verso una vera e propria forestazione urbana.
Parallelamente, è stata realizzata una rete di monitoraggio ‘smart’, attraverso l’installazione di quattordici centraline di ultima generazione (in piazzale dei Giochi, via Gramicia, via Maragno, corso Isonzo, via Marconi, via Recchi, via Bologna, via delle Mandriole, via Arginone, via Comacchio, via Ladino e via Dolcetti). In egual misura, grazie ad un accordo tra Sipro, Comune e Vodafone, è stato elaborato un progetto che permette alla stessa amministrazione comunale di comprendere le abitudini dei residenti e degli automobilisti, attraverso il tracciamento dei cellulari, di modo tale da poter poi circoscrivere le aree nelle quali attuare le politiche ‘green’, che dunque riducano l’impatto ambientale.
Tema peraltro piuttosto attuale, dal momento che figura anche tra le missioni del Pino Nazionale di Ripresa e Resilienza «Tutte queste prassi, che oggi sono considerate innovative, devono diventare ordinarie – conclude Balboni –. Siamo tra le città migliori d’Italia, abbiamo tutta l’attenzione addosso e dobbiamo farla fruttare».