Rimini – “Ora più che mai, è tempo di abbandonare i campanilismi e unire le forze per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, senza ulteriori indugi”. È con queste parole che Alessandro Pesaresi – presidente della delegazione riminese di Confindustria Romagna, al timone del gruppo Pesaresi, colosso riminese delle infrastrutture – fissa le priorità per la riscossa del territorio. Non più solo Rimini, ma un’area vasta che coinvolge tutte le province romagnole e ambisce a diventare – nelle intenzioni di enti, amministrazioni e partner pubblici e privati – il primo laboratorio nazionale di pianificazione strategica interprovinciale.
Alessandro Pesaresi, cosa accomuna Romagna Next (progetto di cui Rimini è comune capofila) e ‘Città Romagna’, programma lanciato da Confindustria?
“La visione ampia, che mira alla forte integrazione tra pubblico e privato e all’aggregazione di tutti gli attori che già operano a livello di area vasta Romagna. Abbiamo approcci e idee differenti, ma l’obiettivo è comune: rispondere alle sfide presenti e future garantendo benessere e lavoro in una comunità più integrata e coesa”.
Un esperimento che ricorda quello avviato nel 2014 con Confindustria Romagna.
“È stato proprio il successo di Confidustria Romagna a ispirare questo nuovo progetto: Confindustria Romagna è nata dall’unione delle associazioni territoriali di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena e oggi rappresenta oltre mille realtà romagnole, che danno lavoro a 50mila dipendenti”.
Quali sono, dunque, le sfide più urgenti da affrontare sul territorio?
“Sicuramente viabilità e infrastrutture: un territorio che vuole confrontarsi e competere con il resto del mondo deve essere facilmente accessibile. Occorre migliorare le connessioni, sia a livello di strade e ferrovie (a partire dall’alta velocità), sia a livello di piste ciclabili e infrastrutture per la mobilità sostenibile. Senza dimenticare l’aeroporto, che va decisamente potenziato”.
Rimini – e la Riviera in generale – è considerata la località di vacanza per eccellenza da più di cent’anni. Come può riproporsi alle giovani generazioni?
“Fin dagli anni Novanta, questa città ha dimostrato una straordinaria capacità di rinnovarsi: prima con i grandi ‘contenitori’ di eventi, ora pienamente operativi (Fiera, Palacongressi, parchi tematici); poi con la riqualificazione del centro storico, avviata negli anni Duemila e culminata con la rinascita del teatro Galli e l’inaugurazione del museo Fellini; infine, con la grande opera di salvaguardia del lungomare e la creazione del Parco del mare, tuttora in corso. Le basi sono state gettate: ora è necessario che i privati facciano la propria parte, migliorando e ammodernando le strutture ricettive”.
Oltre ai turisti, i residenti: chi abiterà la città del futuro?
“È un altro nodo cruciale: la città deve saper attrarre non solo visitatori, ma anche lavoratori, giovani famiglie, studenti. Potenziali nuovi cittadini che potranno decidere di spostare il proprio progetto di vita in Romagna se il territorio saprà offrire loro benessere, verde, cultura, intrattenimento, servizi. In una parola, qualità della vita”.
Come immagina Rimini fra qualche anno, diciamo trenta?
“Rimini ha un legame viscerale con il mare, è il nostro liquido amniotico, ‘questo grande respiro’ – diceva appunto Fellini. Immagino una città orizzontale, non fantascientifica. Una città in cui il verde si salda al blu e la tecnologia sappia celarsi in questo concentrato di bellezza”.