Rimini – Cambia la città, cambia la sanità. Si avvicina ai cittadini: è una delle ‘lezioni’ del Covid. Da questo punto di vista una rivoluzione è in atto, a Rimini e non solo. Un esempio concreto arriva dalle case della salute, che serviranno ad alleggerire la pressione sull’ospedale Infermi, pure quest’ultimo profondamente cambiato (in meglio) negli ultimi anni.
Le case della salute, si diceva. In città ne nasceranno tre: una nei pressi dell’ospedale, le altre due a Viserba e Miramare. Per la prima, in via Settembrini, l’iter è già avviato. Lo scorso marzo è stata posata la prima pietra della nuova struttura, per la quale si prevede la costruzione ex novo di un edificio a 5 piani (1 interrato e 4 fuori terra) con una superficie utile lorda di circa 6mila metri quadrati.
“La casa della salute – l’istantanea emersa dall’Ausl Romagna nel corso della presentazione dell’iniziativa – rappresenterà un presidio territoriale di grande importanza per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini di Rimini, in un’ottica di medicina di iniziativa, prevenzione e mantenimento della salute”. La realizzazione del nuovo complesso si sviluppa all’interno di un percorso per la definizione di iniziative comuni nell’ambito territoriale di Rimini tra Ausl e Comune attraverso la permuta di alcuni beni tra i quali l’area di via Settembrini, adiacente al polo ospedaliero.
La nascita della casa della salute in una struttura nuova, situata in una zona della città a ridosso del centro, permetterà di dare concreta realizzazione a quei capisaldi che si ritrovano nelle linee guida regionali: facilità di accesso alla struttura, già di per sé vicina al centro storico e alla parte della città più densamente abitata; collocazione nella casa della salute di servizi, attività sanitarie, sociosanitarie e sportelli a cui i cittadini, soprattutto i più fragili, accedono con maggiore frequenza; semplificazione dei percorsi dei cittadini all’interno della casa della salute; collocazione all’interno della struttura dei servizi e delle attività, articolate in aree integrate di intervento sulla base dell’intensità assistenziale: prevenzione e promozione della salute, benessere riproduttivo, cure perinatali, infanzia e giovani generazioni, prevenzione e presa in carico della cronicità, non autosufficienza, rete cure palliative.
Il nuovo presidio territoriale vedrà la luce di fianco al polo ospedaliero entro la fine del 2026. “Se possibile anche prima” la previsione dei tecnici. La struttura nascerà grazie a un investimento di oltre 9 milioni di euro tra fondi statali, regionali e dell’Ausl Romagna. Nascerà anche un parcheggio con 200 posti auto.
Non solo: per procedere alla realizzazione della nuova casa della salute sono state individuate sei aree tematiche di approfondimento per raccogliere importanti contributi da parte di professionisti dei servizi sanitari, sociali, educativi, terzo settore, associazioni e cittadini.
Nel dettaglio le sei aree tematiche sono: accesso, accoglienza, welfare di comunità; prevenzione e promozione della salute e degli stili di vita, medicina di iniziativa; come favorire la partecipazione della comunità (pazienti, caregiver, associazioni, cittadini, forum urbani, comitati consultivi misti); salute riproduttiva, cure perinatali, infanzia, adolescenza, sostegno alla genitorialità, medicina di genere; fragilità, cronicità, non autosufficienza e bisogni occasionali; presa in carico multi-professionale e interdisciplinare nei differenti setting assistenziali e di cura. Insomma, tutto è pronto per quella che sarà una vera e propria svolta. Per avvicinare ulteriormente la sanità ai cittadini.