Bologna – Trasformare le conoscenze sullo stato di salute del mare, comprendere e analizzare i cambiamenti climatici e gli effetti sull’ecosistema marino, trovare soluzioni avanzate per lo sviluppo sostenibile delle attività costiere. Sono gli obiettivi del centro Onu chiamato a coordinare le attività del «Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile» (2021-2030), approvato dalla commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco. A ospitarlo nel Tecnopolo sarà l’Università di Bologna, grazie a un finanziamento della Regione Emilia-Romagna di 2 milioni di euro: 400mila all’anno già dal 2022 per cinque anni. La cifra è stata messa nero su bianco in una delibera della giunta regionale.
L’Alma Mater Studiorum aveva presentato la candidatura, sostenuta da un protocollo di intesa sottoscritto con la Regione, nel 2021. «Alla base del successo di questa iniziativa – hanno detto l’assessora alla scuola e all’Università, Paola Salomoni e l’assessora all’ambiente e alla difesa della costa, Irene Priolo – c’è l’azione coordinata tra Regione e Università, in sinergia con gli istituti di ricerca. Il nuovo Tecnopolo ospiterà il centro dal 2024, integrandolo con i servizi esistenti, per sviluppare una strategia volta non solo a preservare e conservare l’ambiente costiero, ma anche a valorizzarlo dal punto di vista economico.
Una sfida che rientra perfettamente nei programmi previsti dal patto per il lavoro e il clima: usiamo la tecnologia, i big data e la conoscenza per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030». «Ancora una volta la dimensione interdisciplinare dell’Università di Bologna e la capacità di fare squadra con le istituzioni del territorio e del Paese rappresentano una strategia vincente – hanno detto il prorettore per la ricerca, Alberto Credi, e la prorettrice per le relazioni internazionali, Raffaella Campaner –. Ringraziamo la professoressa Nadia Pinardi e tutti i colleghi e colleghe che partecipano al progetto. Siamo certi che l’attività del centro si rivelerà preziosa per affrontare le sfide che ci attendono in un ambito cruciale come quello dello sviluppo sostenibile delle coste in considerazione dei cambiamenti climatici».
Il centro – «Decade Collaborative Center-Dcc Coastal Resilience» – si concentrerà sui temi della resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, sul miglioramento della comprensione dei processi che sottintendono ai mutamenti dello stato del mare, sulle connessioni multiple tra oceano e clima. L’obiettivo è di generare delle soluzioni che possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire l’adattamento alle nuove condizioni. Le azioni del «Decennio delle scienze del mare» intendono inoltre migliorare i servizi di allerta precoce per tutti i rischi costieri legati a fattori geofisici, ecologici, biologici, meteorologici, climatici e antropici. Le azioni previste sono una trentina, selezionate tra oltre trecento proposte sviluppate a partire dal 2016, quando è nata da parte dei vertici delle Nazioni Unite l’idea di dedicare un decennio allo studio dello sviluppo sostenibile degli oceani.