Ferrara – Diciotto milioni di euro investiti in città per migliorare la connessione internet e la promessa che l’avanzamento tecnologico toccherà a breve anche le frazioni. A fare il punto della situazione, a tre anni dall’avvio del progetto in collaborazione con l’amministrazione, è Open Fiber: «Questo tipo di infrastruttura è un ponte verso il futuro – ha precisato Massimo Molisani, responsabile affari istituzionali dell’operatore per l’area nord-est – e l’obiettivo è quello di migliorare la comunicazione. Non nascondiamo che in questi tre anni vi sono stati alcuni disagi, ma i cittadini hanno poi potuto apprezzare i benefici della fibra ottica». A spiegare, però, in modo migliore il lavoro portato avanti dalla società costituita a Milano nel 2015 sono i numeri.
Per quanto riguarda le cosiddette ‘aree nere’, ovvero quelle relative al mercato privato, Open Fiber ha investito nella nostra città, come detto, 18 milioni di euro: in parte per la costruzione vera e propria della rete sul suolo pubblico, in parte in proprietà private, in parte ancora per il ripristino del manto stradale a seguito dei cantieri (in quest’ultimo caso, sono stati sistemati circa 45 chilometri di lingue d’asfalto).
In tutto, quindi, la rete si è sviluppata per 472 chilometri (22% di nuova realizzazione, 78% di utilizzo di percorsi già esistenti), per un totale di 1.164 chilometri di cavi posati: questo sforzo ha permesso di raggiungere circa 50mila unità immobiliari. A queste abitazioni, poi, si devono aggiungere altri cinquanta punti strategici – individuati insieme all’amministrazione al momento della sottoscrizione dell’accordo – che hanno permesso di ottenere una connessione stabile a trentasette scuole e tredici altri edifici, tra cui gli stessi uffici comunali, chiese, biblioteche e poli museali.
«Anche a seguito della pandemia – ha sottolineato Micol Guerrini, assessore ai Servizi informatici – la rete è diventata un bisogno primario. Adesso l’intento è quello di uscire dalle Mura per raggiungere anche le frazioni». E proprio in tale contesto si inserisce il lavoro di Open Fiber come concessionario di bando pubblico. Le zone rurali o periferiche, ovvero ‘a fallimento di mercato’, sono anche denominate ‘aree bianche’ e rappresentano la sfida dei prossimi anni della società.
Per quanto riguarda le infrastrutture, l’obiettivo è quello di sviluppare una rete di settantasette chilometri che possa raggiungere oltre 3.800 unità immobiliari in una dozzina di località. Nello specifico, i lavori – che, stando a quanto assicurato dallo stesso Molinari, «inizieranno entro la fine di quest’anno, in quanto è già arrivato l’ok del ministero» – interesseranno Quartesana, Cona, Fossanova San Marco, San Bartolomeo in Bosco, Codrea, Gaibana, Gaibanella, Spinazzino, Borgo Pancaldi, Case Campanella, Sant’Egidio e Gorgo.
La tecnologia utilizzata, sia in centro città sia nell’hinterland, è la Ftth, ovvero quella che garantisce la maggiore stabilità possibile della connessione; al tempo stesso, questo sistema assicura sulla carta prestazioni elevate e un basso impatto ambientale. Inoltre, la resistenza e la flessibilità dei filamenti che compongono i cavi in questione, rendono questi ultimi poco soggetti al danneggiamento e all’usura.