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Home > Lombardia > Un esempio virtuoso di agricoltura sostenibile a Cingia de’Botti (Cremona)

Un esempio virtuoso di agricoltura sostenibile a Cingia de’Botti (Cremona)

L’esperienza di Danio Federici, agricoltore e allevatore. "Così la mia azienda è diventata totalmente green"

Daniele Rescaglio
4 Giugno 2022

Cremona – L’agricoltura fa quello che ha sempre fatto. Cambia solo il modo di farlo. Siamo entrati nell’azienda 4.0 Pieve Ecoenergia a Cingia de’ Botti nella bassa cremonese, da Danio Federici agricoltore ed allevatore, responsabile di un’azienda che oggi è la reale traduzione nel terzo millennio del concetto di economia circolare.

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Nel giro di due anni, in pieno lockdown, questa azienda si è trasformata in quella che oggi è un’azienda green totale, grazie ad AgriPower e ad una collaborazione con BNL BNP Paribas che è diventata una passione vincente. «Continuare a fare quello che si è sempre fatto, ma farlo in modo più moderno e sostenibile. Sostenibilità dell’allevamento viene accentuata dal fatto che tutti i reflui anziché diventare un problema, diventano una risorsa. Dopo averci dato energia, il digestato è un ottimo concime organico. Questa è la filosofia, abbiamo imparato questo mestiere facendolo» spiega Danio Federici.

A novembre 2019 era un progetto ambizioso, forse un sogno, a febbraio 2020 i lavori per la realizzazione del nuovo impianto sono partiti, un anno dopo si è cominciato a mungere le vacche. «Alle spalle abbiamo un decennio di esperienza con il connubio vacche e batteri, molto interessante e indispensabile – spiega Federici – Serve raccogliere le emissioni delle deiezioni utilizzandole al meglio, purificare il biogas e metterlo nella rete del metano. Impatto ambientale zero, un processo produttivo che disinquina l’ambiente».

In sostanza dalle deiezioni delle vacche si ricava, attraverso un impianto di ultima generazione, del biogas che poi viene immesso nella rete energetica. Già con il vecchio impianto di biogas, che l’azienda aveva realizzato alcuni anni fa, viene prodotta energia per il riscaldamento della vicina casa di riposo. «Stime ufficiali, curate dal consorzio italiano biogas, indicano un potenziale di autoproduzione che si aggira intorno al 10 per cento del fabbisogno nazionale, produzioni di scarto che derivano dall’attività primaria. L’agricoltura ha questo jolly da giocare che è la produzione di agroenergia in modo sostenibile. L’estero ci dà – oltre l’80 per cento, avere quindi una produzione aggiuntiva da biogas nazionale, del dieci per cento, diventa quindi significativo» sottolinea Federici.

Quale è stato il valore aggiunto di BNL BNP Paribas? «In Bnl abbiamo trovato un team che ha capito e condiviso il progetto che avevamo in mente. La cosa bella che è successa, nel nostro caso, è che anche i funzionari e la Banca se ne sono innamorati insieme a me. Bisogna innamorarsi, ma se non ci metti cuore e testa non ci riesci».


Latte a zero emissioni. Ricetta di un successo

Nel cuore della «food valley» si trova «Pieve Ecoenergia» di Danio Federici. Un’azienda che negli ultimi venti anni ha scelto a fondo la strada della sostenibilità: produzione di latte, ma ad emissioni zero, o comunque con un recupero energetico importante. Cosa consiglia ai suoi colleghi che volessero trasformare la loro azienda come la sua?

«In primis considerazioni legate all’ambito famigliare: io ho un figlio di trent’anni che lavora in azienda. Altra cosa da valutare l’equilibrio aziendale possibile. Uno degli errori più grossolani è quello di essere molto esposti al mercato, non avere un livello di autoproduzione sufficiente, ovvero fare un investimento importante ed essere in balia di prezzi pazzi. Quindi equilibrio del progetto, rispetto alla dimensione aziendale» spiega Danio Federici. Una strada quella aperta da Federici possibile grazie anche al nuovo modo di finanziare le aziende con uno strumento come quello offerto da BNL BNP Paribas.

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