Integrazione, universalità, inclusione e trasformazione. Queste le parole chiave che emergono dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile 2022 (Snsvs), presentata lo scorso 21 giugno nel corso della Conferenza di Castelporziano (Roma), e in attesa di completare il suo iter di approvazione formale, che dovrebbe concludersi entro il mese di luglio.
Promossa dal ministero della Transizione ecologica e organizzata insieme al Forum per lo Sviluppo Sostenibile, la Conferenza ha rappresentato un momento di incontro tra tutti gli attori, istituzionali e non, che spingono per la creazione di un Paese più giusto, equo e sostenibile. L’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu nei territori resta il fulcro della Strategia, che deve dunque essere recepita e integrata nelle politiche locali.
La Strategia, il cui ultimo aggiornamento risaliva al 2017, è volta a delineare il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale e rappresenta lo strumento scelto dal Governo per il coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 in Italia. Completano la Strategia il Programma d’azione nazionale sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, il nuovo regolamento del Forum per lo sviluppo sostenibile, e la Voluntary national review (Vnr) inviata all’Onu dal Governo per l’High-level political forum.
«Negli ultimi anni – ha spiegato Silvia Grandi, direttrice generale per l’economia circolare al ministero della Transizione ecologica – c’è stata una crescita nella diffusione del termine sviluppo sostenibile tra la popolazione. La Snsvs, che si inserisce in questo contesto, deve essere dunque una bussola con diversi livelli di dettaglio, articolati sulle famose cinque P: Persone, Pianeta, Pace, Prosperità e Partnership».
L’aggiornamento 2022 del documento contiene, inoltre, la nuova area dei ‘vettori di sostenibilità’. Il primo è dedicato alla coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile dove è presente il tema della visione e della costruzione del futuro, insieme a quello della valutazione delle politiche pubbliche e a quello del monitoraggio. Il secondo e il terzo vettore sono dedicati alla cultura per la sostenibilità e alla partecipazione per lo sviluppo sostenibile.
«La visione integrata proposta dall’Agenda 2030 dell’Onu, oltre alle recenti vicende che stanno ridefinendo gli orizzonti globali di questi ultimi anni come la pandemia e la guerra in Ucraina, – spiega Giulio Lo Iacono, coordinatore operativo ASviS – chiama tutti noi a una nuova responsabilità, a gestire una realtà complessa e profondamente cambiata rispetto al passato, in cui è necessario essere capaci di vedere e comprendere le strette interconnessioni tra la sfera economica, sociale, ambientale, culturale ed umana e di sviluppare una visione sistemica della realtà. L’affermazione dello sviluppo sostenibile e la sua integrazione nelle politiche, nella strategie del settore pubblico e privato, nelle priorità e nei comportamenti della società civile, delle cittadine e dei cittadini, passa necessariamente da un cambiamento culturale, che dovrà impegnare tutti noi a garantire il benessere e la crescita delle future e giovani generazioni, che da quest’anno – e ne siamo molto orgogliosi, come italiani – sono presenti nei principi fondamentali della nostra Costituzione».