Con la crescente urbanizzazione della popolazione mondiale il livello di governo territoriale rappresenta un veicolo fondamentale per guidare la transizione ecologica. In tale scenario diventa sempre più centrale formare le amministrazioni su governance sostenibile e gestione degli investimenti.
Fornire una formazione di alto profilo sui temi della sostenibilità ponendo particolare attenzione al futuro delle città e dei territori, affrontando in modo integrato i temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, è l’obiettivo della Scuola sullo sviluppo sostenibile per dirigenti e funzionari delle Regioni e delle Province autonome che si è conclusa venerdì scorso. Organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), in collaborazione con il Centro interregionale di studi e documentazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Cinsedo), insieme alla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus), alla Scuola nazionale di amministrazione (Sna), il corso ha offerto ai partecipanti provenienti da tutta Italia la possibilità di approfondire le interconnessioni esistenti tra le tre dimensioni della sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – e di acquisire maggiore consapevolezza circa l’importante ruolo che gli enti locali sono chiamati a svolgere nell’ottica di ‘territorializzare’ l’Agenda 2030 dell’Onu.
Alla lectio magistralis che ha concluso il corso, venerdì 20 maggio, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovannini (nella foto) ha ricordato che con il Next Generation EU il tema della sostenibilità è diventato pervasivo e ha parlato delle recenti riforme che hanno introdotto nella Costituzione gli interessi delle future generazioni, subordinando l’iniziativa economica privata alla tutela della salute e ambiente: «Una trasformazione fondamentale per garantire la sostenibilità, perché lo sviluppo sostenibile prevede di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere quelli delle generazioni future. Modifiche di cui ancora non è stata ben compresa la portata, non solo dall’opinione pubblica, la cui rilevanza si vedrà quando inizieranno ad esserci ricorsi alla Corte Costituzionali per la violazione di questo principio».
«La seconda edizione di questo corso si è svolta in un periodo particolare, segnato dalla guerra in Ucraina, dalla pandemia e dalle crisi ambientali, economici e sociali – spiega la responsabile dell’alta formazione dell’ASviS, Cristina Fioravanti –. Il nostro Paese è chiamato ad affrontare la sfida della transizione e il settore pubblico deve intraprendere riforme e gestire grandi investimenti, che arrivano sia dal Pnrr sia da altri fondi, europei e statali. Per guidare verso la sostenibilità questo percorso di cambiamento abbiamo bisogno di nuove competenze da costruire tramite una formazione dedicata e continuativa nel tempo. Il nostro obiettivo parte da qui, aiutare gli amministratori pubblici e i loro referenti politici a comprendere la portata della transizione che stiamo vivendo».