La lettura delle città si trasforma. Così come cambiano gli strumenti utili per guardare al futuro, in un’ottica dove le smart cities – grazie all’uso di tecnologie digitali e innovative – si propongono come modelli da perseguire, al fine di offrire servizi più efficienti. È anche per questo che la vera sfida di Envision è oggi quella di creare soluzioni intelligenti che arricchiscano e semplifichino la quotidianità dei cittadini, migliorandone la qualità della vita.
Matteo Gattola, amministratore delegato di Envision, in che modo la vostra realtà guarda alle ‘città intelligenti’?
«La digitalizzazione è ormai diventato un elemento più che importante: ognuno di noi, dal giovane all’anziano, si sta abituando ad usare la tecnologia per semplificare la propria vita. Per un appropriato sviluppo delle smart cities bisogna però essere in grado di distribuire sensori di varia natura sul territorio, al fine di raccogliere più dati possibile per erogare servizi: non si può parlare, ad esempio, di raccolta intelligente dei rifiuti se non si ha un sensore all’interno dei cassonetti che ci permette di capire qual è il loro tasso di riempimento».
Come procedere?
«Envision, in maniera pioneristica, è intervenuta su oggetti che già erano presenti sul territorio urbano. Alcuni esempi? I pali della semaforica, le paline dei trasporti pubblici, le pensiline, le panchine e molto altro ancora. Oggetti, questi, che possiamo trasformare in ‘smart’ grazie all’uso della tecnologia, mantenendone però la stessa estetica: i sensori che installiamo generano dei dati, che raccogliamo nella nostra piattaforma in cloud. Una volta elaborati con algoritmi molto avanzati, in coerenza con le norme, consentono di erogare servizi tramite l’app o tramite internet».
Quali sono gli elementi vincenti di questo approccio?
«La visione integrata di sistema per una soluzione completa e funzionale in tempi rapidi. Con il nostro intervento, gli oggetti che già esistono in qualunque tipologia di città e diffusi sul territori, diventano ‘contenitori di tecnologia’. Ciò significa intervenire sul territorio urbano in maniera semplice, tutt’altro che invasiva, in coerenza con i vincoli storico urbanistici, ma capace di raccogliere dati su tutte le strade, incroci, piazze e parchi in modo semplice. La raccolta dei dati, la gestione e l’erogazione dei servizi arriva attraverso la nostra piattaforma Urbanvision. E non solo».
Cos’altro?
«Si offrono così servizi al cittadino capaci di rispondere alle sue proprie esigenze, e non a quelle della tecnologia. Di fatto, si realizza un’infrastruttura orizzontale rispetto alla città, avanzata e resiliente, in grado di generare e raccogliere dati eterogenei, provenienti da fonti diverse, che vengono correlati tra loro attraverso la nostra piattaforma. Soltanto se si ottiene una fotografia chiara ed in tempo reale, infatti, si può avere la capacità di per attivare politiche a vantaggio del benessere dei cittadini, della riduzione dell’impatto ambientale e, complessivamente, della corretta gestione ed efficienza del sistema».
Un grande aiuto anche per ciò che riguarda traffico, mobilità e inquinamento…
«Esatto. Sono molteplici le aree di possibile intervento. In poche parole, la nostra proposta è per una “città del futuro” a misura d’uomo e dell’ambiente».