Come saranno le città del futuro? Sicuramente diverse. Tanto da dover tenere conto di una rivoluzione digitale che arriverà a compimento, di un modo diverso di socializzare, di una differente partecipazione dei cittadini, così come dell’ecosostenibilità per salvare il pianeta. Di questo e molto altro si è parlato nel primo digital panel Qn ’Città future – la costruzione partecipativa della città del domani: i cittadini con le proprie scelte protagonisti del loro futuro’, che si è tenuto ad aprile e che ha visto il coinvolgimento di numerosi ospiti moderati da Michele Brambilla.
Dalle tecnologie – imprescindibili per indirizzare lo sguardo al futuro – fino alla partecipazione attiva dei cittadini, sono stati così presi in esame gli elementi guida su cui, oggi, è necessario fare leva per mirare al domani. «Per ciò che riguarda la partecipazione vantiamo una lunga tradizione, dettata anche dal fatto che tutte le scelte strategiche dell’Emilia-Romagna sono state portate avanti insieme a 55 parti sociali – aveva sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –.
A partire dalla programmazione del settennato dei fondi che l’unione europea assegna ai paesi e alle regioni, oltre 3 miliardi di euro, che l’Emilia-Romagna metterà a disposizione di imprese, comunità locali, università e centri di ricerca attraverso dei bandi. È una grande occasione: la strategia regionale condivisa con tutti gli attori sociali indica quale sarà l’Emilia-Romagna di domani».
Fondamentale, in ogni processo, il coinvolgimento dei cittadini visto che molti amministratori locali stanno già guardando al futuro. Ne è una conferma il progetto ’Dare’ di Ravenna, dove la rigenerazione urbana si fa reale grazie al digitale. «Ravenna è conosciuta per tante ragioni diverse. Ma un aspetto meno noto è quello della Darsena, che nasce come quartiere industriale – aveva spiegato al panel il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale –. Dopo la crisi finanziaria, il progetto di riprogrammazione è ripartito nel 2016 grazie a bandi importanti collegati al piano periferie per concentrare in quell’area interventi di rigenerazione ambientale, infrastrutturazioni digitali e interventi di mobilità sostenibili: oggi la Darsena città è uno dei primi luoghi frequentati dai giovani».
A ribadire l’importanza del digitale anche Francesco Ubertini, presidente di Cineca: «I centri di calcolo e la dimensione digitale non sono una novità di oggi, ma in questa fase storica sono accelerati notevolmente. Partecipazione significa anche cittadinanza attiva e così se la tecnologia si deve adattare ai processi democratici, dall’altra parte è necessario che in tutti noi cresca una grande dimestichezza a riguardo» aveva sottolineato.
«Collaborare significa mettere in connessione non solo cittadini ma anche idee, esperti, tecnici – aveva aggiunto Stefano Stortone, fondatore e amministratore BiPart – così come è fondamentale la connessione tra altre realtà, perché l’obiettivo è quello di proporre dei modelli all’esterno e creare sinergie con altre comunità. Bisogna condividere tattiche per il futuro, non in maniera individualistica né estemporanea». E le ricette per combattere l’allarme clima?
«Non sono facili – aveva affermato Donato Speroni Senior Advisor Comunicazione di Asvis –. Dovremmo aumentare l’aiuto nei confronti dei paesi in via di sviluppo, dove crescerà il consumo di energia nei prossimi anni. È una scommessa difficile, che però richiede informazioni e partecipazione, due elementi guida per vincere le sfide di domani».