Empoli – Più o meno tutti conosciamo o siamo entrati una volta a far parte di almeno un gruppo Facebook in cui cittadine e cittadini espongono ogni genere di problema, fanno segnalazioni, si lamentano o protestano per qualcosa. Solo per la città di Empoli ce ne sono tre particolarmente attivi: dal più seguito, con oltre 13mila followers, «SOS per il comune di Empoli – Segnalazioni dei cittadini per la città», a «Sei di Empoli se…» con quasi 10mila seguaci, a «Empoli Nostra» con poco più di 9mila iscritti.
Se il tono del post è polemico molto spesso accende la ‘miccia’, che innesca una serie di reazioni incontrollate di malcontento, frustrazione e, a volte, addirittura insulti. I commenti e le reazioni si sprecano e chi ci mette la faccia è spesso solo una minima parte di tutti coloro al quale il post compare sulla propria bacheca. Qualcuno, di quelli che tende ad esagerare, se individuato subito, viene eliminato dall’admin della pagina, ma quando la cascata di commenti si allunga diventa impossibile controllarla.
Va da sé che in questo tipo di «spazio pubblico» non esiste per i Comuni la possibilità di gestire in modo efficace le segnalazioni. Tuttavia i cittadini, molto spesso, preferiscono affidarsi al social che inviare una segnalazione formale all’ufficio preposto. Fotografo una buca e click la piazzano sul gruppo con un commento strappa «mi piace» e la richiesta urgente al Comune di fare qualcosa «prima che qualcuno si faccia male».
Deiezioni di cane per terra o sul marciapiede? Altra foto e immediata segnalazione sui social. Erba alta nei giardinetti? Ci pensa il solerte cittadino di turno a mettere al corrente il Comune con un bel post sul virtuale «ufficio reclami». Il fatto, però, è che alla fine certe segnalazioni restano dibattito di discussione, più o meno serio, tra gli utenti del gruppo e che non arrivino mai a chi potrebbe davvero risolvere il problema.
Ma perché i cittadini segnalano su Facebook? A volte perché hanno provato con i canali tradizionali – mail, telefono, sportello – e non hanno ricevuto risposta; altre perché ritengono che l’utilizzo dei social sia «più snello e meno impegnativo ». Una segnalazione comunicata al Comune via Facebook, però, richiede più passaggi per essere gestita rispetto a una mail indirizzata all’ufficio competente, per due ragioni.
Prima di tutto, perché il canale non è nato per fare quello. Inoltre, perché per sua natura induce a scrivere segnalazioni meno precise e dettagliate. Ma tant’è: la maggior parte delle persone continua a utilizzare la Rete, dove il narcisistico piacere di vedere sotto il proprio post commenti di approvazione è forse più gratificante del fatto di vedere risolto il problema esposto.