Firenze – Il direttore del Lamma Meteo, Bernardo Gozzini ha chiarito alcuni aspetti riguardanti i fenomeni meteorologici estremi dell’ultimo periodo.
Direttore, pensa che sia variato qualcosa a livello climatico rispetto al passato?
«Sicuramente il clima negli ultimi anni è cambiato; stiamo assistendo ad un aumento generale delle temperature, Questa estate, è stata la più calda dopo quella del 2003, considerata eccezionale. I nostri mari hanno registrato una temperatura di oltre 4 gradi sopra la media e questo ha portato ad una forte evaporazione che ha generato un accumulo di energia rilasciata poi sotto forma di fenomeni estremi. Anche le temperature autunnali stanno subendo una variazione: ottobre in Toscana è stato il più caldo dal 1955».
Crede che la siccità registrata nel corso dell’estate possa aver influito sui danni causati dalle precipitazione dell’ultimo periodo?
«A livello climatico i due fattori non sono in relazione, è comunque vero che ha piovuto pochissimo, dicembre del 2021 fu molto piovoso ma fino a settembre le precipitazioni sono state veramente scarse. La siccità contribuisce a seccare il suolo ed aumenta il rischio d’incendio, una vegetazione secca od assente aumenta sensibilmente il rischio di erosione».
Pensa che le abbondanti piogge che si sono abbattute sulla penisola siano un rischio per i corsi d’acqua delle città?
«Non possiamo dire che il rischio non esiste, le precipitazioni improvvise hanno un impatto nettamente maggiore sui fiumi di piccole dimensioni. Sui fiumi di grande portata l’effetto “flash“ è nettamente ridotto».
Crede che un evento catastrofico come l’alluvione di Firenze del 1966 possa ripetersi in epoca contemporanea?
«Il rischio pari a zero non può esistere, l’alluvione del ’66 è stato la conseguenza di una serie di fenomeni che hanno creato delle condizioni particolari. Rispetto al passato l’Arno ha diversi sistemi di contenimento tra cui la diga di Bilancino e lo scambiatore, che salvò Pisa nel 2019. Come ho detto in precedenza i fiumi di portata minore sono maggiormente soggetti alle esondazioni».
Cosa possono fare i Comuni per prevenire il rischio creato da fenomeni meteorologici estremi e per gestire le conseguenze degli stessi?
«Credo che sia fondamentale una gestione ed una manutenzione corretta e costante degli argini dei fiumi. Oggi ci sono molte tecnologie che permettono di tenere d’occhio il livello dei corsi d’acqua, è vero che alcune sono molto costose per i comuni. Per ridurre al minimo le conseguenze è fondamentale dotarsi di un piano di protezione civile che individui le zone a rischio e che sia conosciuto dalla cittadinanza e sia seguito in caso di emergenza».