Pontremoli – Chi l’ha detto che la tecnologia debba per forza dividere? Questo gruppo di professionisti, oggi diventati amici, hanno sfruttato quello che offre in termini di comunicazioni del nuovo millennio per trarne vantaggio… e vivere meglio. Il concetto è chiaro: la tecnologia al servizio del cittadino. Chi desidera ’staccare’ da una vita che non riconosce più può andare a Pontremoli, lavorare da remoto grazie al web e rallentare i ritmi della vita moderna. Magari guardando un bel paesaggio o davanti a un bicchiere di vino, tra racconti di una vita che fu. Damiano Novetti spiega l’idea.
Com’è nato questo progetto?
«Era il 2020, in piena pandemia. Stavo correndo con un amico, stavamo discutendo su come rilanciare il nostro paese, Pontremoli. C’è venuta in mente l’idea di attirare lavoro sfruttando le nostre bellezze naturali, lo stile di vita. Oggi possiamo dire di aver vinto perché circa una quindicina di persone hanno deciso di cambiare vita, di stabilirsi definitivamente nei nostri borghi».
Come funziona nella pratica?
«Abbiamo un sito, la persona interessata si può collegare e visitare virtualmente le case a disposizione che possono essere ’sfruttate’ durante il soggiorno da noi. Non dimentichiamoci che chiunque voglia, può venire per un giorno a trovarci. Sarà nostro ospite, non deve sborsare un euro, noi gli faremo conoscere la nostra realtà, nella speranza che si innamori del posto e rimanga con noi. Lo facciamo per Pontremoli, non ci guadagniamo niente».
Le nuove tecnologie quindi utilizzate nel migliore dei modi?
«Si, abbiamo deciso di utilizzare high tech unendo la tradizione. Da questi nuovi arrivi è nata una comunità internazionale. Abbiamo gente che arriva da tutto il mondo e altre che stanno arrivando. La fascia d’età va dai 25 ai 45 anni, ci sono anche famiglie. Ci sono professionisti contabili, nel settore sanitario, artisti. Abbiamo anche una chat di Whatsapp che viene utilizzata per tenerci in contatto. Ci sono circa 60 aderenti, che appena possono vengono a trovarci».
Cosa spinge questi professionisti a cambiare vita?
«Chi è venuto racconta di aver deciso di svoltare. Non si sentivano più parte del contesto in cui vivevano. Si sono riappropriati del loro benessere, della loro felicità».
Condividere spazi per essere più forti
Un progetto in continua evoluzione, che guarda sempre avanti. C’è chi desidera staccare con la vita moderna, ma inevitabilmente deve continuare a portare avanti una famiglia. E lavorare con i figli che giocano, i cartoni animati, le telefonate, la connessione che traballa non sono caratteristiche certamente utili a essere concentrati.
Anche in questo caso ci pensano i ragazzi di Pontremoli, i quali hanno messo in piedi, grazie al Credit agricole, un co-working: 8 postazioni, ciascuna dotata di scrivania, sedia ergonomica, prese Usb, lampada da tavolo. Un’ampia sala con quadri di artisti locali all’interno di un ex-monastero, con salette per riunioni e telefonate, una mensa interna a disposizione e un cortile con un bel prato. A due passi (letteralmente) da numerosi bar, ristoranti e pizzeria.