Città più sostenibili ed efficienti. Nel Nord Europa già esistono e Pisa punta proprio a quel modello. Alcuni esempi, del resto, dimostrano che si può fare, coniugando modelli di sviluppo con scelte maggiormente rispettose del pianeta. Fabio Iraldo, economista, docente di management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, da anni studia questi approcci.
Quali consigli darebbe alle pubbliche amministrazioni per costruire città sostenibili ed efficienti?
«Otto europei su 10 vivono nelle città, che rappresentano il 69% di tutte le emissioni di Co2 prodotte e il 50% dei rifiuti generati in Europa. Le aree urbane di grande e media grandezza consumano il 75% delle risorse naturali. Ma le città sono anche il luogo dell’educazione, dell’innovazione, delle manifestazioni culturali e delle decisioni di investimento delle risorse finanziare. Hanno un ruolo economico centrale e possono essere il principale driver verso la transizione a un modello di economia più sostenibile, circolare e inclusiva. Suggerisco di ispirarsi ai principi del cosiddetto ‘metabolismo urbano’: creare dinamiche di collaborazione con cittadini, comunità, imprese per generare sistemi sociali, produttivi e servizi disegnati sul risparmio di risorse naturali senza sprecare materiali».
Sì, ma come?
«Occorre prima di tutto un’analisi strategica dei flussi locali di risorse (materiali da costruzione, metalli, tessili) e identificate le opportunità di prolungarne la vita utile far sì che nel contesto urbano queste risorse possano avere molti altri utilizzi prima di diventare rifiuti. Nelle aree urbane abbiamo molte ‘miniere’ di risorse: ad esempio le vecchie discariche che contengono molti materiali potenzialmente impiegabili in sostituzione delle materie prime vergini».
La Toscana come sta da questo punto di vista?
«Le città toscane dovrebbero ispirarsi alle azioni innovative che alcune città europee stanno realizzando, coniugando la sostenibilità ambientale con la qualità della vita dei cittadini, il loro benessere sociale ed economico e l’efficienza ed efficacia dei servizi ad essi forniti. Ad Amsterdam, per esempio, le strategie di recupero di risorse materiali dalle “miniere” cittadine (aree abbandonate, discariche, depositi in disuso) hanno generato valore pari a 85 milioni di euro negli ultimi 2 anni nel settore delle costruzioni, creato 700 posti di lavoro aggiuntivi e contribuito notevolmente all’obiettivo della città di utilizzare il 50% in meno di materie prime vergini entro il 2030».
Altri esempi?
«Copenhagen ha sostituito l’illuminazione su strade residenziali, arterie ad alto traffico con lampade a Led, attivando un sistema innovativo di controlli dell’illuminazione basato sui dati relativi alla densità del traffico per adattare i livelli di illuminazione in relazione all’utilizzo delle strade: si risparmia energia e Co2 e si ottiene una migliore qualità dell’illuminazione stradale».