Massa-Carrara – Quando si parla di economia circolare si pensa alle migliori metodologie e tecnologie da mettere in campo per affrontare e vincere le sfide del futuro, soprattutto da un punto di vista energetico e ambientale. E il piano industriale per il Cermec di domani non rappresenta solo un’evoluzione tecnica nell’ottica – appunto – dell’economia circolare.
L’obiettivo, secondo quelle che sono le linee tracciate dall’amministratore unico Alessio Ciacci – in accordo con le amministrazioni dei Comuni soci di Massa e Carrara – è assicurare assieme all’ottimo risultato dal punto di vista economico anche nuova occupazione. E’ stato lo stesso Ciacci a sottolineare come si tratti di «un progetto di economia circolare che trae energia dai rifiuti senza inquinare». E questo chiudendo il relativo progetto da oltre 26 milioni, che si compone di due step.
Uno riguarda il compostaggio, un impianto aerobico per il trattamento e la digestione dei rifiuti organici e del verde (proveniente dalla raccolta differenziata con produzione di biogas) con una potenzialità di 60mila tonnellate all’anno. E il progetto di biometano che con 90mila tonnellate consente la digestione anaerobica dell’organico e la produzione e la vendita del biogas e dell’anidride carbonica. In questo modo in rete ci sarà il metano fossile così come anche il gas del biodigestore.
In un’ottica verde e sempre più smart, inoltre, il nuovo impianto si prepara a raccogliere meno rifiuti, rispetto a quanto avviene con l’attuale conferimento. L’investimento iniziale sarà dedicato alle nuove strutture per il compostaggio aerobico della parte organica o essiccazione, in più vi sarà un ’revamping’ di quelle esistenti da utilizzare fino ad avviamento dell’impianto anaerobico. A seguire, le stesse strutture potranno essere dedicate al post compostaggio del digestato e in parte di fanghi da depurazione.
In questo modo, rispondendo a quelle che sono le indicazioni della pianificazione di Ato Toscana Costa, vi sarà un aumento della differenziata che toccherà quota 75% nel 2024. La tecnologia impiegata per quanto riguarda il processo di digestione anaerobica sarà a ‘dry in fase fluida’ da far funzionare in sinergia con il rinnovato impianto di compostaggio. Si forma così un sistema continuo e automatizzato: il digestato subisce una rapida maturazione aerobica. Il biogas grezzo pronto a uscire dal digestore dovrà essere trattato ancora ricorrendo anche a filtri a carboni attivi e pressurizzazione. Fino ad arrivare al biometano da immettere in rete per l’utilizzo. E qui si arriva al secondo step.
Per quanto concerne l’attività di selezione e biostabilizzazione della raccolta differenziata, questa verrà dismessa da subito per poi essere trasferita in diversi centri per il trattamento. Nel dettaglio, il primo passaggio dovrebbe essere completato nei due anni a venire, mentre il secondo detto “progetto biometano“ è previsto che si concluda entro fine 2025 e molto dipende anche dagli incentivi che arriveranno. Per la prima fase di sviluppo il piano industriale prevede investimenti di circa 8 milioni di euro. Con l’organico che salirà a 26 dipendenti. Mentre per quanto riguarda invece il progetto del biometano, si prevedono investimenti da oltre 18 milioni di euro.