Prato – Innovazione e sviluppo tecnologico a servizio della logistica e del sistema di consegne nei centri urbani. Dopo la partenza del treno umanitario per l’Ucraina e la riscoperta della centralità del terminal ferroviario a servizio di tutta Italia, l’Interporto della Toscana Centrale investe sulla mobilità sostenibile.
In questa chiave va visto l’avvio della collaborazione con Roberto Maldacea, esperto di mobilità sostenibile e di prossimità a livello internazionale, che ha ricoperto ruoli di prestigio sia a livello universitario che istituzionale. A lui è stato affidato il compito di accelerare e supportare la transizione tecnologica ed ecosostenibile dell’Interporto di Prato, anche nell’ottica della mobilità del primo e ultimo miglio a supporto delle esigenze logistiche dell’area metropolitana Prato, Pistoia e Firenze. Di fatto il polo logistico di Gonfienti sta portando avanti una serie di sperimentazioni nell’ambito del settore dei trasporti e della digitalizzazione da mettere a disposizione delle aziende del territorio o da rimodellare in base alle caratteristiche dei centri urbani.
Un progetto su tutti è quello del ‘City Gate’, portato avanti con la collaborazione del Consorzio Detox e col supporto dell’Università di Firenze, attraverso il laboratorio ‘LogisLab’, e dell’azienda TesiSquare. Qui sono stati evidenziati gli sprechi negli spostamenti delle materie prime all’interno del distretto tessile, analizzando come il 46% dei viaggi risultasse a carico vuoto o semivuoto. Una stima che in precedenza non era mai stata effettuata dalle aziende del territorio e che ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di limitare gli sprechi in termini di denaro, risorse umane e inquinamento.
Da qui l’idea di creare una startup che possa svolgere il servizio di consegna e spostamento delle pezze per conto delle imprese del distretto, con orari affidabili e movimentazioni tracciate con un sistema digitale. Da integrare casomai con un sistema di mezzi elettrici capaci di effettuare le consegne in centro storico, così da ridurre l’inquinamento e il costante via vai di decine e decine di furgoni per le vie pedonali della città.
«Oggi la mobilità sostenibile rappresenta uno degli strumenti migliori per il bilanciamento delle esigenze di movimento di merci e persone con quelle di conservazione dell’ambiente – spiega il presidente dell’Interporto della Toscana Centrale, Francesco Querci -. Il tutto in una prospettiva di tutela delle generazioni future, con un sistema formato, tra l’altro, da persone, cose, servizi, infrastrutture viarie, ferroviarie, aeroportuali, parcheggi e centri di interscambio, trasporti pubblici e privati, piste ciclabili e zone pedonali. Con queste sperimentazioni e collaborazioni stiamo cercando di ‘adeguare’ l’Interporto alle sfide che lo attendono nel comune interesse della città di Prato e del territorio».
Consegne comuni per evitare sprechi. Uno studio ha permesso di calcolare i viaggi dei furgoni a carico vuoto
Il progetto ‘City Gate’ promosso dall’Interporto della Toscana Centrale ha effettuato un’analisi delle emissioni inquinanti attraverso un monitoraggio di 1120 spostamenti di furgoni delle aziende del distretto tessile con a bordo materie prime. Ne è venuto fuori che 460.000 grammi sono stati emessi a carico vuoto, per un totale di 2100 chilometri percorsi inutilmente.